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Attualità | 26 luglio 2021, 16:38

Un "passaggio a Nord-Ovest" per risolvere i blackout del traffico ligure: presentato il progetto per una nuova Albenga-Carcare-Predosa (FOTO e VIDEO)

L'incubo degli oltre 2mila tir quotidianamente previsti un volta entrato a pieno regime il porto di Savona-Vado spaventa il territorio: proposta un'alternativa dall'alessandrino al ponente ligure

Un "passaggio a Nord-Ovest" per risolvere i blackout del traffico ligure: presentato il progetto per una nuova Albenga-Carcare-Predosa (FOTO e VIDEO)

Collasso e blocco totale nei traffici di merce dai porti di Savona e Genova verso l’hinterland industriale del Nord Ovest, ma anche blocco dei flussi turistici per tutta la Riviera di Ponente e danni incalcolabili alla Val Bormida.

E' questa l'idea, o meglio l'incubo come lo ha definito qualcuno, che ha portato alla presentazione svoltasi a Palazzo Nervi di quello che qualcuno ha definito un "passaggio a Nord-Ovest", un nuovo bypass autostradale che colleghi l'alessandrino al ponente ligure fino ad Albenga passando per Savona, rendendosi complementare all'autostrada già esistente nel sopportare i traffici previsti con l'entrata a pieno regime del terminal container di Savona-Vado, pronto a riversare su A10, A6 e A26 dai 2000 ai 2500 mezzi pesanti al giorno.

A lanciare il guanto di sfida, accendendo i riflettori su quella che minaccia di diventare una vera e propria emergenza nazionale (attraverso i porti liguri transita più del 35% dell’interscambio internazionale del Paese), è stato quindi il presidente della Provincia Pierangelo Olivieri, che ha agito come catalizzatore di interessi che vanno dall’autotrasporto (rappresentato da Trasportounito, presieduto da Franco Pensiero), agli operatori del comparto turistico, al mondo della logistica e a una cinquantina di Sindaci direttamente coinvolti in questa emergenza in quella che è parsa, ma i condizionali sono d'obbligo, la prova di una volontà politica coesa di affrontare il problema.

Si tratterebbe quindi di un pre-progetto di un’autostrada, per certi aspetti “figlia” della vecchia "Gronda di ponente", o della bretella, destinata a collegare l’Alessandrino e quindi l’alto tracciato della A26 con la Savona-Ventimiglia integrando Albenga e il terminal container di Vado.

I numeri si prestano a ben poche interpretazioni: già oggi la Genova-Ventimiglia, sotto osservazione ulteriore per i lavori di manutenzione in atto, ha superato il livello di guardia del congestionamento. Idem per i nodi di interconnessione con la Savona-Torino e con la Voltri-Gravellona Toce.

Con i 2000 mezzi pesanti che ogni giorno graviteranno sul nuovo terminal e con la crescita prevista anche del Terminal di Voltri su una rete che per i prossimi dieci anni subirà disagi, code e ingorghi derivanti da lavori di manutenzione posposti per anni, il nuovo bypass si presenta come l’unica alternativa percorribile per scongiurare il blackout.

Tra i territori che potrebbero beneficiare maggiormente dell'opera, come hanno sottolineato molte delle autorità ed entità politiche intervenute come il sindaco di Genova Marco Bucci e l'assessore piemontese Marco Protopapa, sarebbe la Val Bormida: "E' fondamentale affinché la Val Bormida possa ritornare industrialmente attrattiva - ha sottolineato ai nostri microfoni il direttore dell'Unione Industriali savonese, Alessandro Berta - e non vada a depauperarsi. La possibilità di essere collegati direttamente con la Lombardia sarebbe un valore aggiunto e potrebbe portare in questo territorio nuovi investimenti. Già ora se si percorre la statale Dego-Acqui ci si rende conto come sia diventata una camionale".

"Il porto in questo momento ha bisogno di un sistema viario e ferroviario efficiente che possa mirare al domani, a una crescita e una stabilizzazione in termini occupazionali estendendo il discorso dai porti a tutti i territori che questo tracciato autostradale va a servire" ha aggiunto il dirigente dell'ufficio savonese dell'Autorità di Sistema portuale, Paolo Canavese.

Il presidente della Regione Giovanni Toti lo ha definito un "progetto importante in una regione che ha un deficit infrastrutturale importante proveniente dal passato a cui cerchiamo di rimediare in questi anni grazie anche agli investimenti del Pnrr, col riutilizzo di risorse statali sostituite da questi fondi per il trasporto su gomma".

Una visione, quella del riutilizzo dei fondi sostituiti dal Recovery Fund, in qualche modo suffragata dalla Presidente della Commissione Trasporti della Camera, Raffaella Paita secondo cui ora è fondamentale "ripartire dalla progettazione" di quella che era la vecchia bretella Albenga-Carcare-Predosa.

Più volte tirato in ballo come uno dei principali attori necessari a mettere in scena l'opera, il governatore ha poi affermato: "Costruire strade e ferrovie richiede tempo punto siamo in ritardo su parecchi investimenti strategici, questo sarebbe importante riuscire a cantierarlo. Dopodiché è chiaro che si tratta di un investimento molto oneroso di oltre 5 miliardi di euro, bisognerà mettere in fila molti portatori di interesse per riuscire a fare un piano finanziario, però credo che accendere un riflettore e cominciare a mettere in fila istituzioni, enti e fondazioni del territorio sia un passo avanti".

"E' il momento opportuno per spingere la realizzazione della bretella Albenga-Carcare-Predosa. Un’opera che si rivela essenziale per l’intero Nord Ovest della nazione. Il nostro sistema infrastrutturale è più vicino al collasso di quanto non fosse già prima del crollo del ponte Morandi a Genova. La Liguria, regione di cerniera tra mediterraneo e nord Europa, ha necessità di bypass per permettere a Genova-Savona, principale porto del Paese, di aumentare i propri traffici" ha sottolineato l'onorevole e responsabile trasporti della Lega, Edoardo Rixi. 

Un concetto ribadito dal sindaco di Imperia, Claudio Scajola, che poi ha provocatoriamente aggiunto: "Sul nostro sistema autostradale oltre il 30% del traffico pesante sono camion che scaricano nel Nord Ovest italiano o negli altri Paesi europei, senza toccare la nostra economia, ma anzi creando disagi al turismo ad esempio".

Un settore, quest'ultimo, che conta "oltre 2 milione 200 mila persone che all'anno vengono nel ponente, di cui due terzi degli italiani provengono da Piemonte e Lombardia con le seconde case che generano un moltiplicatore di sette volte, arrivando anche ai 50 milioni l'anno" ha ricordato il direttore dell'Upa Savona, Carlo Scrivano.

"Un turista sceglie la destinazione principalmente sulla sicurezza, la velocità e i mezzi coi quali raggiungerla - ha aggiunto Scrivano, quantificando il danno subito per i disagi autostradali in circa 250 milioni nel solo periodo tra giugno e agosto 2020 - Il turista per il cosiddetto 'short brek', ormai principale tipologia di turismo, è disposto a trascorrere in auto al massimo un'ora e mezza, non due ore a venire e quattro a tornare a casa: è questo di cui noi parliamo oggi".

Ma come muoversi per dare basi sempre più solide al progetto? A riassumere quello che è stato il "piano d'azione" stabilito a seguito dell'incontro si possono riassumere in tre passaggi consequenziali: trovare subito un soggetto attuatore, un singolo o più enti, in grado di affermare l’urgenza del progetto; creare un fronte comune compatto per la soluzione del problema infrastrutturale; infine trovare i soldi.

Ha concluso i lavori il Presidente della Provincia di Savona, Pierangelo Olivieri, che ha parlato con soddisfazione di "una ripartenza, resa possibile da un territorio unito sia nella parte pubblica che nella parte privata. Ci siamo già accordati - ha affermato - per un seguito tecnico che vuole portare all'apertura di un tavolo combinato dalle Province sul territorio, con l'indispensabile supporto delle Regioni che è stato dichiarato in questa occasione".

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Luciano Parodi - Mattia Pastorino

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