Sono spesso uno dei punti di riferimento nei paesi e nelle città, specialmente nei centri più piccoli, proprio laddove all'alta percentuale di persone che usufruiscono degli ormai molteplici servizi corrisponde un'altrettanta ampia platea di lamentele.
E' quanto successo a Calice Ligure nei giorni scorsi, dove sul locale gruppo Facebook "Sei di Calice Ligure se" sono andate in scena diverse lamentele contro l'attesa all'aperto e altri presunti "disservizi" da parte degli impiegati, anche con toni esagerati tanto da spingere gli amministratori a rimuoverli.
Sulla questione ha preso voce l'amministrazione comunale, per bocca del sindaco Alessandro Comi: "In questi anni di mandato - spiega il primo cittadino - ho partecipato a due incontri organizzati a Roma da Poste Italiane con i sindaci dei piccoli Comuni di tutta Italia e all’inizio di ogni evento veniva chiesto ai primi cittadini di compilare un breve questionario a fini statistici. Una delle domande era cosa pensassimo che Poste Italiane potesse fare in più o meglio per aiutare i nostri rispettivi Comuni".
"So per certo che molti amministratori, pur avendo ovviamente interesse al fatto che gli uffici locali fornissero servizi nuovi ai propri cittadini, abbiano risposto 'mi basta che facciano ciò che sanno fare e che lo facciano al meglio delle loro possibilità'" aggiunge Comi.
"Da ormai parecchi anni, Poste Italiane ha indubbiamente avviato un processo di cambiamento e rinnovamento che ha portato i propri uffici ad occuparsi di un sempre maggiore numero di servizi, consulenze e prestazioni che vanno ben al di là della concezione dell’ufficio postale che si aveva in passato".
"Per quanto sia comprensibile, anzi addirittura auspicabile, che un’azienda come Poste Italiane programmi ed attui una certa evoluzione pare evidente che se tale profondo mutamento non viene accompagnato da un altrettanto significativo adeguamento strutturale una simile iniziativa risulti fine a sé stessa se non addirittura percepita come negativa da molti degli utenti coinvolti" prosegue Comi.
In questo contesto, infatti, i cittadini si trovano quotidianamente di fronte a diverse vicissitudini quando si recano presso gli uffici postali, in particolari in quelli più decentrati.
"Abbiamo seguito con grande attenzione la situazione ed il lavoro svolto dall’ufficio postale del paese durante questi difficili anni, la riduzione dell’orario e dei giorni di apertura durante la fase acuta dell’emergenza sanitaria hanno fatto temere a molti che potessero essere confermati anche successivamente; siamo stati lieti e sollevati nello scoprire invece che tutto sia tornato alla normalità anche se con modalità di accesso diverse dalle precedenti".
Nonostante il temuto "taglio" conseguente alla crisi pandemica non si sia verificato, sono sorte nuove problematiche a causa della stessa: "Le code all’esterno degli uffici postali sono presenti in ogni Comune ove tale servizio sia presente - spiega Comi - i tempi di attesa risultano amplificati da una condizione di disagio dovuta alle condizioni atmosferiche ed alla scomodità di dover aspettare in piedi al di fuori degli stessi uffici, anche questi disagi sono comuni a tutti gli sportelli che vedono un numero di utenti almeno discreto rivolgersi a loro".
"L’amministrazione comunale ha segnalato la situazione ai responsabili di Poste Italiane già mesi fa evidenziando come, vista la grande importanza che tali uffici rivestono soprattutto nei Comuni di dimensioni più ridotte, diventi essenziale garantire ai loro clienti un servizio soddisfacente e rispettoso di tempi di attesa ragionevoli - afferma il sindaco calicese - e come sia necessario dotare i loro dipendenti del necessario supporto ed aiuto in termini di personale proprio in considerazione della grande varietà di servizi che loro stessi propongono e che quindi si trovano a dover gestire".
Le alternative finora proposte non sembrano però convincere: "La soluzione a tale situazione non può essere, come da alcuni richiesto, quella di installare due ombrelloni o di organizzare sul marciapiede una sala di attesa, questo significherebbe solo adeguarsi ad un disagio che invece deve essere risolto da coloro che ne sono responsabili".
"Concludo queste considerazioni con una più personale. Ho letto parecchi commenti in merito sugli ormai inevitabili social networks che esprimevano giudizi a dir poco sgradevoli sul lavoro svolto dal personale del locale ufficio postale: gli impiegati sono stati additati come incompetenti, fannulloni ed altro tralasciando ogni obiettiva considerazione della difficoltà lavorativa che gli stessi potrebbero trovarsi ad affrontare" dice il sindaco.
"Devo confessare di rimanere sempre profondamente colpito da questa superficialità nel giudicare - è la replica del primo cittadino - per quanto ormai pare sia prassi comune per molte persone ritenersi sempre e comunque migliori di chiunque altro nello svolgimento di qualsiasi lavoro, nessuno escluso. Ringrazio personalmente Angelo Tortarolo, amministratore di una pagina Facebook dedicata alla comunità calicese, che ancora una volta ha dimostrato la sensibilità necessaria ed opportuna nel gestire un post che stava andando oltre ai limiti di una sempre auspicabile educazione".