“La notizia della chiusura della A10, tra il bivio con la A7 e Genova Prà, con i disagi che colpiscono anche il Golfo Paradiso tra Nervi e Recco, conferma le preoccupazioni degli enti locali e degli utenti, per l’ennesima volta nel caos con ricadute negative su tutta la Liguria. Le strette strade della Riviera devono, nei momenti di chiusura e come accaduto di recente, subire il transito di mezzi pesanti con situazioni di pericolo e danneggiamenti agli arredi urbani. Il comparto turistico e le imprese della logistica saranno ancora colpite, con enormi disagi alla viabilità. Una situazione drammatica e ai limiti dell’irreale dovuta all’irresponsabilità di chi per anni ha mal gestito l’infrastruttura: il sistema produttivo e turistico della Liguria e dell’intero Nord-Ovest sta pagando un prezzo altissimo per l’avidità e l’incompetenza di pochi. Questo è inaccettabile: i responsabili non possono farla franca. I giudici chiamati a esprimersi sulle responsabilità di Aspi e di chi a Roma doveva vigilare tengano conto di quanto affermato dalla Commissione Europea in risposta a una mia precisa interrogazione, evidenziando che manutenzioni e investimenti sulle autostrade sono stati ridotti oltre ogni ragionevolezza per staccare ricchi dividendi ai soci di Atlantia. La Corte di Giustizia Europea ha individuato in una sentenza i criteri per definire il ‘ragionevole utile’ che un concessionario può ricavare da una concessione pubblica, senza andare a detrimento della sicurezza e della qualità dell’infrastruttura. Se utilizzati su Aspi, i criteri fanno emergere un quadro preoccupante e impietoso. Le autorità e il Governo, ormai tornato a gestire un bene pubblico prezioso, non lo dimentichino: è vergognoso che le colpe di questo atteggiamento irresponsabile ricadano sulle spalle dei Liguri, dei turisti e di chi per lavoro deve convivere con disagi e disservizi”.
Così in una nota Marco Campomenosi, europarlamentare ligure, capo delegazione della Lega, sulla chiusura della A10 nel mese di agosto.
L’interrogazione a cui fa riferimento il testo è reperibile su https://www.europarl.<wbr></wbr>europa.eu/doceo/document/P-9-<wbr></wbr>2021-001522_IT.html_