Politica - 20 luglio 2021, 09:16

Ex Ilva, la segretaria generale della Fiom a Genova: "Lo sciopero è perché l'azienda falcidia il salario dei lavoratori"

"Vent'anni fa sentivamo il lavoro sotto attacco. La questione ambientale e il dominio della finanza sugli esseri umani e sulla terra erano temi centrali e lo sono ancora oggi"

L'azienda falcidia il salario dei lavoratori attraverso un uso improprio della cassa integrazione”. Lo ha detto, a proposito di ex Ilva, ieri Francesca Re David, segretaria nazionale della Fiom a Genova in uno degli incontri dedicati ai vent'anni dal G8. La sindacalista ha preso parte come relatrice al convegno “Un altro mondo è necessario”.

Vent'anni fa – ha detto - noi c'eravamo perché in quel momento sentivamo il lavoro sotto attacco, era stato fatto un contratto nazionale separato per la prima volta e la Fiom era già in campo con gli scioperi. C'eravamo perché ritenevamo che quello che veniva discusso a Genova dal movimento dei movimenti, la globalizzazione, la questione ambientale e il dominio della finanza sugli esseri umani e sulla terra fossero temi centrali e lo sono ancora oggi.

Cos'è successo in questi ven'tanni è lungo da raccontare, anche cos'è successo a Genova in quel momento e perché quell'alleanza non è decollata e la globalizzazione si è fatta da un altro lato. Sono state le imprese e le multinazionali che hanno deciso come gestire i territori e il mercato globale
”.

Oggi – continuna - ci troviamo in una fase molto particolare perché oltre al cambiamento climatico, oltre all'impatto ambientale a cui naturalmente bisogna dare una risposta e ormai tutti ne sono consapevoli, c'è stata anche la pandemia che ha accelerato processi e ha denunciato ancora di più che cosa significa l'ambiente e la violenza sull'ambiente. Ci troviamo in una condizione molto difficile perché il lavoro in questi anni è stato sfruttato e privato dei diritti e quindi gli esseri umani sono stati sfruttati e privati dei diritti, e se si pensa di ricostruire secondo questa stessa logica che ha portato alla distruzione non si va lontano. Oggi noi abbiamo ricevuto ancora da un'azienda in questo caso del bresciano, multinazionale dell'indotto auto un'altra comunicazione di licenziamenti e di chiusure. L'auto è quella che è più impattata dalla transizione. Se sono i fondi e le multinazionali che fanno le politiche industriali di questo paese, non c'è un bel futuro per il Pnrr e per tutti noi, quindi pensiamo che si debba intervenire subito”.

Parlando di ex Ilva, nella giornata in cui nello stabilimento di Cornigliano si è verificato l'ennesimo incidente (QUI), e alla vigilia degli scioperi contro la cassa integrazione, Re David ha commentato: “Bisogna farsi sentire da questa azienda, se non ti fai sentire è molto complicata la situazione. Domani abbiamo lo sciopero di otto ore dell'Ilva, oggi abbiamo avuto quello della Gkm, domani insieme all'Ilva c'è la Giannetti che sciopera, è una fase di scioperi. L'ilva è una vertenza molto importante, senza acciaio non c'è Pnrr, non c'è riconversione, non c'è riorganizzazione delle imprese, perché senza acciaio non si fa impresa. È una vertenza molto complicata, sono dieci anni che quei lavoratori vivono in una condizione inaccettabile, dieci anni che hanno portato a peggiorare anche le condizioni ambientali per la mancanza di investimenti che ci sono stati. Lo sciopero è perché l'azienda falcidia il salario dei lavoratori attraverso un uso improprio della cassa integrazione, e anche non riconoscendo la parte dell'accordo aziendale collegata all'accordo generale firmato dal ministero nel 2018 che prevedeva un premio di risultato che l'azienda non ha dato, le questioni economiche e salariali si coniugano col disastro dal punto di vista degli investimenti industriali su cui noi siamo totalmente tagliati fuori e non sappiamo che decisioni stanno prendendo”.

Nello stabilimento di Genova – continua – non c'è più l'altoforno, come sappiamo e quindi fa un lavoro molto importante e avrebbe molto più lavoro se gli arrivasse più materia prima con cui lavorare. La crisi complessiva in cui non sta il mercato della siderurgia, ma la produzione ha naturalmente degli effetti, però in questo stabilimento sono anni che non vengono fatti investimenti sia in manutenzione ordinaria che straordinaria, e questo è un problema molto consistente che ha a che fare con la sicurezza dei lavoratori e con la qualità delle produzioni. Noi pensiamo che lo stabilimento sia strategico, il governo è nella proprietà, ma non sta svolgendo allo stato nessun ruolo, speriamo che poi cominci a svolgerlo”.

Sull'incidente di ieri: “L'azienda tende di solito a licenziare quando c'è qualche incidente sul lavoro perché è sempre colpa di qualcuno. In realtà è colpa della mancanza di manutenzioni, noi lo stiamo denunciando da tempo, sia ordinaria che straordinaria, delle condizioni in cui si lavora là dentro e dello stato di mancanza di investimenti che colpisce non solo Taranto, ma anche Genova, Novi Ligure e gli altri stabilimenti".

Francesco Li Noce