Dopo più di un anno di Dad (didattica a distanza), il presidente del Consiglio Draghi ha affermato che a settembre l'anno scolastico deve ripartire in presenza ma in sicurezza e che il governo farà di tutto per consentire di arrivare a questo traguardo.
L’intenzione, quindi, è quella di accelerare le vaccinazioni. Tutto il personale scolastico, dagli insegnanti agli studenti, dovrebbe essere immunizzato e il CTS (comitato tecnico scientifico) potrebbe permettere il rientro senza distanziamento o mascherina se tutto il personale di una classe fosse vaccinato. Il problema è convincere 200 mila docenti a vaccinarsi. Se questo non dovesse accadere, non è esclusa l’ipotesi di valutare il Green Pass, per ogni ordine e grado.
Il Presidente del Consiglio Draghi ha affrontato questo tema con i vari leader della maggioranza.
Il segretario del Pd, Enrico Letta, è d'accordo sul Green Pass, mentre il leader leghista Salvini non ne vuol sentir parlare.
Sempre sul fronte del Green Pass ci stanno lavorando Manuela Ghizzoni del Pd e l'ex viceministro alla salute Sandra Zampa che sostiene di estenderlo ai docenti esattamente come è stato fatto per gli operatori sanitari.
Il titolare della funzione pubblica Renato Brunetta di Forza Italia, sostiene di rendere vincolante il certificato alle scuole e negli uffici pubblici.
Il Presidente del Consiglio sostiene inoltre che chi ha seguito le norme per la vaccinazione obbligatoria ai sanitari, ha sempre sostenuto che un margine per allargare la vaccinazione anche ai docenti è possibile, lasciando a casa chi non vuole vaccinarsi.
La decisione però va presa subito per dare tempo fino al 30 settembre al 30% degli insegnati ancora non vaccinati di poter scegliere.
Anche il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi sta lavorando affinchè sia garantito un inizio anno scolastico in presenza e con un alto numero di vaccinati.
Le vaccinazioni sono attualmente all'85% per gli insegnanti, molto meno invece per i ragazzi.
“L'arma che abbiamo per consentire l'inizio dell'anno in presenza è la vaccinazione”; questo il commento del ministro della Salute Speranza. Il ministro puntualizza anche che non siamo stati il primo paese in Europa ad introdurre l'obbligatorietà di vaccinazione per i sanitari, una decisione alla quale oggi altri paesi si stanno adeguando.