Attualità - 13 giugno 2021, 14:00

La Fiaba della domenica: "Diverso"

Era piccolissimo, ma non così piccolo come le formiche; poi era peloso, ma non certo dotato di un pelo lucente come gli scoiattoli

C’era una volta un animaletto del bosco così diverso, ma così diverso da tutti gli altri animali che quasi, vedendolo, si sarebbe detto che fosse una pianta! Ma, accidenti, era diverso anche da tutte le piante del bosco. Innanzitutto era piccolissimo, ma non così piccolo come le formiche; poi era peloso, ma non certo dotato di un pelo lucente come gli scoiattoli.

 

Era certamente agile, ma gli animaletti del bosco avevano una agilità diversa: forse solo il ghiro era diverso da lui perché meno agile. Insomma, per quanto il nostro animaletto cercasse di assomigliare a qualcuno, proprio non riusciva: tutti erano diversi da lui. Gli uccellini volavano e il loro canto era diverso dal suo, i serpentelli proprio non gli assomigliavano, così sinuosi, ma anche il tasso, la volpe e la marmotta proprio erano diversi.

Forse forse il rospo gli somigliava un po’, ma il suo modo di saltare e di sputare proprio non era come il suo. Deluso dagli sforzi inutili di assomigliare a qualche animale, il nostro animaletto si convinse un giorno di voler assomigliare alle piante. Che delusione atroce! Il castagno e il faggio neppure gli rispondevano quando lui provava a chieder loro che cosa trovassero di somigliante in lui e il fischio della rosa canina mossa dal vento era solo di disapprovazione, così come il rinchiudersi sdegnoso delle campanule nel sentire i suoi dubbi e i suoi lamenti.

Così, di giorno in giorno, tutti gli animali e tutte le piante del bosco cominciarono a chiamarlo “Diverso”, non sapendo neppure loro che altro nome dargli. Un po’ se l’era voluta: non appena incontrava qualcuno, invece di salutarlo, gli chiedeva: “In che cosa ti assomiglio?” Oppure: “Mi sembra che ci somigliamo, hai il naso come il mio!”.

Sfortuna volle che nel bosco Diverso trovasse uno specchietto di quelli che usano le bambine per pettinarsi: per poco non svenne nel vedere un essere così diverso!

E poi, quando capì che quell’essere era lui, per due giorni pianse e non mangiò dalla disperazione. Ormai tutti lo evitavano, lo deridevano, nessuno voleva fare due passi con lui, nessuno voleva condividere una colazione, nessuno gli parlava più.

Le giovani puzzole gli correvano incontro gridando: “Diverso, Diverso, mi sono profumata per te, mi vuoi sposare?”. Magari, pensava Diverso, ben sapendo che era tutta una presa in giro. Oltretutto lui era molto buono, incapace di reagire alle offese, incapace di ribattere gli scherzi cattivi, sempre pronto a perdonare in cuor suo. Era diverso anche in questo!

Ma un giorno di primo autunno, quando molti animali sentivano già il sonno del letargo, quando già le piante lasciavano cadere le foglie morte, Diverso fece l’incontro che cambiò la sua vita.

Triste e sconsolato stava nascosto in un cespuglio a meditare su quanto fosse inutile, brutto, scartato da tutti, diverso; i soliti pensieri, le solite lacrime, il solito sogno di essere diverso da quel che era, quando, a un tratto, una vocina gli disse: “Bello animaletto, per fortuna che ci sei tu!”.

“Mi sono perso nel bosco e non trovo più la strada per tornare a casa!”.

“Mi aiuteresti, lo so che tu sei in gamba e con te la troverò!”. Il padrone della vocina era un animale molto strano, mai visto prima: con due zampe camminava  e con le altre due sorreggeva una piccola cesta piena di castagne. E poi era così strano, con quei buffi peli sulla testa e basta, con quelle orecchie grandi e gli occhi così lucenti. Inoltre aveva il corpo senza pelo, ma coperto da buffi pezzi di stoffa.  

“Ciao, io sono Diverso”, disse Diverso, “Scommetto che tu ti chiami Altro!”.

“Hai quasi indovinato”, rispose lo strano animale, “Mi chiamo Aldo!”.

“Mi sono perduto e sono disperato!”. Ecco, la disperazione Diverso la conosceva.  “Evviva, anch'io sono disperato!”.   

“Allora mi somigli, ti somiglio!”

“Certo che mi somigli”, disse Aldo, “Anche tu hai un cuore e io sento che è grande, grande, ho molta fiducia in te!”. Diverso, incapace finalmente di trattenersi, saltò su Aldo e lo abbracciò: “Grazie, grazie io ti aiuterò a trovare la strada per uscire dal bosco, ma tu mi hai aiutato a trovare quella della mia vita”.