Il governo anche questa volta ha "ascoltato un po' troppo Confindustria e ha scelto di prendere una decisione che non ci convince: intendiamo proseguire per portare a casa maggior tutela per le persone che lavorano".
Lo afferma in una nota il segretario provinciale della Cgil Savona, Andrea Pasa, ricordando che sono "oltre 1milioni i posti di lavoro persi nell’anno di pandemia in Italia, 11 mila in Liguria e 3 mila in provincia di Savona", per cui "sbloccare i licenziamenti all'1 luglio senza avere costruito una riforma vera degli ammortizzatori sociali sarebbe una catastrofe sociale nel Paese, ma soprattutto in un territorio già profondamente in crisi prima della pandemia come il nostro".
"Nel corso del 2020 hanno usufruito degli ammortizzatori sociali per Covid circa 15 mila persone in provincia di Savona - riassume Pasa - sbloccare i licenziamenti vorrebbe dire mettere a rischio oltre 5mila lavoratrici e lavoratori di tutti i settori. Inoltre sul territorio persistono tante, troppe crisi industriali che interessano oltre 3 mila persone, irrisolte e a cui il Ministero dello Sviluppo Economico continua a non prendere in considerazione facendo sprofondare al punto di non ritorno asset industriali e filiere strategiche non solo per la Provincia di Savona ma per l’intero Paese: Piaggio Aerospace, LaerH, Bombardier, Sanac, Italiana Coke e Funivie".
"Dal 22 febbraio attendiamo una risposta dal Ministro Giorgetti - continua il numero uno della Camera del Lavoro di Savona - sono 4 mesi di silenzio assordante che sta pregiudicando la tenuta sociale di migliaia di famiglie e di un intero territorio. Il 27 aprile avevamo avuto rassicurazioni dall’assessore regionale allo Sviluppo Economico di un imminente convocazione almeno per Piaggio (dimenticandosi il resto delle vertenze) sono passati 30 giorni, ma ad oggi nessuno ha visto nulla, nessuno a ricevuto convocazioni ufficiali" aggiunge.
Per questo, sempre secondo Pasa, "è fondamentale il mantenimento della misura del blocco dei licenziamenti almeno sino ad ottobre e lavorare in questi mesi per fare una vera e propria riforma degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive".
"Sta passando un messaggio profondamente sbagliato - ammonisce poi il segretario del sindacato - che i problemi si risolverebbero con la libertà di licenziare, se le imprese hanno risorse e vengono dati loro finanziamenti pubblici e hanno opportunità di utilizzare la cassa integrazione senza pagarla non deve essere un'opzione licenziare o no a seconda di quello che conviene. Se hai aiuti pubblici, se hai addirittura gli strumenti che in questi mesi possono evitare di ricorrere ai licenziamenti senza costi aggiuntivi, deve diventare un vincolo per le imprese utilizzare quegli strumenti anziché ricorrere ai licenziamenti" conclude.