"Da diversi giorni vengono segnalati lungo le coste liguri fenomeni, anche consistenti, di spiaggiamento delle Velelle velelle: si tratta di piccoli idrozoi coloniali, parenti stretti delle meduse ma innocui per l'uomo, che "navigano" generalmente in acque pelagiche, ovvero lontano dalla costa". Lo spiega Arpal sulla propria pagina web.
"Con i monitoraggi svolti tra marzo ed aprile in aree marine situate a 3-6-12 miglia nautiche (al largo), gli operatori Arpal avevano già incontrato diversi esemplari di questa specie, normalmente presente in tutto il Mediterraneo. Tali osservazioni, come previsto dalla "Strategia Marina" per quanto riguarda lo zooplancton gelatinoso, vengono raccolti in dataset specifici - poi inviati ad ISPRA e al Ministero dell'Ambiente".
"La Velella velella, la cui grandezza è di pochi centimetri, è facilmente riconoscibile grazie alla presenza di una struttura a vela che permette loro di spostarsi facendosi spingere dal vento. Ed è proprio grazie alla combinazione tra vento (in Liguria, spesso proveniente da sud-est nei mesi primaverili), condizioni idrodinamiche locali e caratteristiche morfologiche dell'organismo, che si determinano periodici spiaggiamenti di centinaia o anche più esemplari lungo le nostre coste" spiegano sempre da Arpal.
"A volte, associati a questi idrozoi, possono essere presenti altre specie raramente osservabili vicino a riva. Oltre alle Velelle ormai bianco-trasparenti a causa della decomposizione, sono visibili: - il mollusco gasteropode "Janthina pallida", predatore delle velelle, con le sue tipiche strutture a bolle che creano una zattera e le ovature rosate; - le lepadi, tipicamente attaccate a "substrati di fortuna" che incontrano in mare, tra cui anche - purtroppo - contenitori di plastica".
"Per la comunità scientifica non è ancora chiaro se questi bloom e successivi spiaggiamenti siano fenomeni in aumento, per esempio a causa dei cambiamenti climatici. Al momento, non devono destare preoccupazione: sebbene possano determinare la comparsa di odori sgradevoli dovuti alla normale decomposizione della materia organica, possono anche rappresentare un'opportunità per osservare da vicino questi organismi tipici dell'ambiente pelagico" concludono da Arpal.