Una ripartenza con un basso profilo a causa anche del maltempo ma pur sempre una ripartenza. Ieri, 26 aprile, i bar e ristoranti hanno ricominciato a vivere dopo mesi di difficoltà e i clienti hanno potuto cenare e bere un bicchiere in compagnia all'esterno dei locali.
Darsena di Savona, il centro pulsante di Finale, il lungomare di Loano e piazza delle Erbe ad Albenga. Ieri abbiamo voluto raccontare nella nostra diretta la situazione nei 4 comuni del savonese.
La voglia di tornare a sedere per gustare qualche specialità da parte della clientela è stata più forte della pioggerellina che ha infastidito la prima sera di apertura dopo mesi e mesi di costrizione all’asporto a causa della pandemia da Covid-19.
In diversi hanno affollato i dehors dei locali che hanno potuto tornare a servire i loro piatti al tavolo mentre alcuni hanno deciso di tenere ancora chiuso, perché sprovvisti di tavoli all’aperto. Per loro se ne riparlerà il 2 giugno. E’ stata ovviamente una serata in cui si è dovuto giocare d’anticipo rispetto ai canonici orari e dovranno esserlo anche le prossime, visto che il coprifuoco impone il rientro a casa entro le 22.
"Fondamentale l'entusiasmo nel riaprire, la voglia che tutto si tranquillizzi, un primo passo, non c'è tutta l'attesa che ci si aspettava però qualcuno si vede - spiega Andrea Colombo, titolare del ristorante Zio Pesce in Darsena a Savona - abbiamo allontanato i tavoli e applicato tutta la normativa come la pulizia delle mani, la misurazione della temperatura e lo schedaggio di almeno una persona del tavolo anche se sono molto restii".
"Il limite delle 22.00 è di difficile comprensione, le 23.00 non avrebbero cambiato sotto il punto di vista della sicurezza ma avrebbero migliorato il nostro lavoro. Il coprifuoco ci penalizzerà parecchio, in molti aspetteranno un via libera un po' più ampio, prima delle 20.00, 20.30 infatti non riescono ad arrivare al ristorante. Sembra una concessione fatta per accontentarci ma in realtà non è stato un grande passo in avanti, ma meglio di niente" ha continuato Colombo.
"L'importante era ripartire, per i primi tre o quattro giorni non ci sarà tantissimo, aspettiamo con ansia il primo weekend di bel tempo per poter lavorare - il commento da Finale del titolare del Dado Matto Lorenzo Scalia - continuiamo comunque a fare il nostro servizio d'asporto e a domicilio, questa sera (ieri, ndr) sono andate meglio quelli che il servizio nel ristorante. Speriamo che passata l'estate non si debba tornare indietro come è successo l'anno scorso".
"Ci voleva un po' di entusiasmo, un po' di movimento c'è stato e ci sarà durante il weekend, arriviamo da un inverno dove la gente è condizionata dal non dovere uscire e ci sono forse anche problemi economici. Noi andiamo avanti - ha detto Simone Tassara, titolare del Quattro Cocktails e Wine di Loano - Vogliamo assumere persone, non sappiamo quante ci possiamo permettere di assumere, il coprifuoco alle 22.00 è inaccettabile, assurdo, stiamo aspettando che cambi qualcosa, non è lavorare per noi che siamo un cocktail bar che lavora di notte. Non possiamo assumere persone se rimane il coprifuoco. Abbiamo bisogno di certezze".
"Non ha senso il coprifuoco delle 22.00, tanto vale dirci che potevamo stare aperti fino alle 21.30, l'ennesimo escamotage della gestione di questa situazione, una mala gestio - ha concluso il titolare del Cocktail bar Balance Paolo Baccino - alle 18.00 qua c'è uno schieramento di forze dell'ordine, non so cosa possano trovare di sbagliato. Il rafforzamento dei controlli del sindaco? Se noi abbiamo i nostri clienti seduti ai tavoli, la pubblica via non è loro giurisdizione, noi possiamo mantenere l'ordine nelle nostre aree, se c'è il sole e la gente vuole uscire credo sia un loro diritto non stare segregati a casa".