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Attualità | 14 aprile 2021, 11:49

Finale, un "fil rouge" di pannelli informativi per valorizzare le bellezze monumentali e paesaggistiche da Finalborgo a Perti

Nell'ambito del Mudif installati pannelli illustrativi che dal complesso di Santa Caterina, lungo la Strada Beretta, conduce fino alla chiesa dei "Cinque Campanili"

Finale, un "fil rouge" di pannelli informativi per valorizzare le bellezze monumentali e paesaggistiche da Finalborgo a Perti

Verrà arricchita da una nuova cartellonistica la valorizzazione delle bellezze storico architettoniche e anche paesaggistiche tra Finalborgo e il suo più diretto entroterra, nell'ambito del progetto per la realizzazione del Museo Diffuso del Finale (Mudif), che vede coinvolti Comune, la sezione finalese dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri, il Museo Archeologico del Finale e la Diocesi di Savona-Noli.

Dopo l’allestimento del nuovo infopoint multimediale MUDIF-IAT nell’Oratorio de’ Disciplinanti e l’adeguamento della rampa di accesso all’Auditorium dal primo chiostro, è stata progettata e installata una nuova segnaletica monumentale e direzionale destinata a creare un ideale "fil rouge" tra il polo culturale di Santa Caterina in Finalborgo e i principali monumenti che si incontrano salendo a Perti Alta lungo la seicentesca Strada Beretta.

Grazie agli investimenti e i finanziamenti ottenuti col sostengo di Fondazione Compagnia di San Paolo e il supporto della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio il progetto si amplia e arriva fino a Perti.

Il complesso monumentale di Santa Caterina è stato ora dotato di una nuova segnaletica in grado di indirizzare i flussi turistici verso le varie strutture attive in questo importante polo culturale del Ponente ligure (Auditorium, Museo Archeologico del Finale, spazio espositivo dell’Oratorio de’ Disciplinanti, Biblioteca-Mediateca comunale, palazzo Ricci, bistrot sociale “Nonunodimeno”). Una serie di pannelli, con testi in italiano e inglese, illustra inoltre le principali valenze monumentali e artistiche, con particolare riferimento al ciclo di affreschi medievali della Cappella Oliveri e ai chiostri rinascimentali.

Non il solo complesso monumentale è stato inserito in questo progetto di valorizzazione. Come suggerisce lo stesso nome del progetto quale "museo diffuso" l'idea è stata quella di collegare alla struttura nel cuore del Borgo una delle pregevolezze architettoniche e storiche che lo sovrastano: il Forte San Giovanni, la fortezza spagnola edificata tra il 1640 e il 1644 dagli spagnoli sul monte Becchignolo, passata poi ai genovesi nel corso del XVII secolo e parzialmente distrutta diventando poi nel 1822 una prigione. 

La nuova segnaletica direzionale si districa anche sulla Strada Beretta, dove un pannello, collocato in prossimità dell’ingresso della fortezza ne introduce alla visita. All'interno la Direzione Generale Musei Liguria ha recentemente realizzato nuovi leggii, che spiegano al visitatore il monumento e l’incantevole paesaggio circostante con una visuale che porta lo sguardo su tutta la cittadina finalese fino al mare.

Percorrendo ancora la strada che raggiunge Perti Alto ci si imbatte quindi alla celebre edificazione di Castel Govone, nobile residenza dei Del Carretto di cui le prime notizie giungono dal 1188 e soggetto a un percorso simile a quello già narrato per il San Giovanni con dominazioni genovesi e spagnole fino alla distruzione del 1714, con la caratteristica Torre dei Diamanti, risalente a un periodo vicino al 1490.

In collaborazione col Centro Storico del Finale, nei punti di accesso e all’interno del castello, è stata posizionata una serie di pannelli bilingui con le principali informazioni riguardanti le modalità di visita e le varie strutture, difese dalle recinzioni posizionate dal Comune.

Il percorso realizzato nell'ambito del progetto Mudif si conclude quindi nella frazione di Perti, dove nuovi pannelli illustrano altri monumenti rinascimentali, veri e propri scrigni d'arte dell'entroterra finalese sempre riconducibili ai marchesi Del Carretto, come la chiesa dei “Cinque campanili” e quella di San Sebastiano.

Mattia Pastorino

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