Il telefono tace. Da un mese. Da quel 26 gennaio in cui grillini e Marco Russo, candidato sindaco del centrosinistra, provarono ad aprire un dialogo in vista delle prossime elezioni comunali.
“In quell’occasione chiedemmo a Russo di fornirci alcune risposte su temi per noi fondamentali - spiega Manuel Meles, capogruppo in consiglio comunale dei Cinquestelle - da allora non lo abbiamo più sentito. Nel frattempo ha imbarcato tutti i reduci dell’infelice esperienza Berruti, quando noi gli avevamo chiesto discontinuità. In ultimo continua a fare comunicati evasivi, dai quali non si evince nulla sui progetti per la città”.
Insomma, il telefono tace e la distanza dai possibile alleati aumenta.
“Dico solo che di fronte all’atteggiamento di Russo, anche chi fra di noi era più propenso ad un accordo elettorale con il Pd, oggi la pensa diversamente” sostiene Meles.
Ma attenzione, i grillini lasciano ancora aperto uno spiraglio “purché Russo inizi a dire qualcosa e lasci a casa ex assessori e consiglieri impresentabili”.
Neppure il paziente lavoro di mediazione di Ferruccio Sansa al momento sembra sortire effetti. E non semplifica le cose il terremoto che sta scuotendo i Cinquestelle a livello nazionale.
Se a ciò aggiungiamo il passo compassato di Russo, si ha un quadro completo della situazione. E Meles avverte: “Abbiamo ingoiato troppe cose a livello nazionale, per rinunciare anche qui a Savona alle nostre battaglie identitarie. Possiamo benissimo restare all’opposizione. Ma senza i voti del M5S anche Russo rischia grosso.