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Attualità | 19 febbraio 2021, 12:00

I "risto-baristi" andoresi pronti a scendere in strada per far sentire le proprie ragioni: "Vogliamo solo lavorare serenamente, non si può vivere nell'incertezza"

Il 22 febbraio, a un anno esatto dal primo "cluster" alassino, una manifestazione a partire dalle 15 in viale Roma ad Andora

I "risto-baristi" andoresi pronti a scendere in strada per far sentire le proprie ragioni: "Vogliamo solo lavorare serenamente, non si può vivere nell'incertezza"

Andora si prepara a essere il teatro di una nuova manifestazione di protesta dei commercianti, in questa fine inverno che si sta rivelando sempre più “calda”. E non climaticamente.

La data – decisamente iconica – sarà quella del 22 febbraio, giorno in cui, un anno fa, veniva identificato, proprio a due passi da Andora, il primo “cluster” ligure di Coronavirus, in due alberghi di Alassio. L’orario della manifestazione sarà alle 15 e il luogo sarà viale Roma.

Non c’è una “bandiera”, non ci sono associazioni e schieramenti: “Siamo singoli commercianti e abbiamo deciso di riunirci a manifestare in modo totalmente spontaneo per spiegare le nostre ragioni. E non ci interessa che spunti qualcuno all’ultimo momento ‘a metterci il cappello’ sopra”, spiegano i promotori dell’iniziativa.

Proseguono nella loro spiegazione gli organizzatori: “Il 22 febbraio si riuniranno la totalità dei 'risto-baristi-andoresi', come ci siamo ribattezzati, e cercheremo di attirare l'attenzione sulla situazione a dir poco critica in cui versano le nostre attività e non solo. Sappiamo di essere solo una voce di un coro formato di tante altre categorie legate al commercio e vogliamo solo che ci venga data la possibilità di lavorare in sicurezza”.

“Inoltre – proseguono ancora i risto-baristi - meritiamo di aver informazioni e direttive certe e durature, i cambi improvvisi ci impediscono di fatto di organizzare il lavoro, facendoci andare incontro ad ulteriori costi per merci invendute destinate a scadere oltre a penalizzarci per i mancati incassi. Bisogna che sia ben chiaro che dopo un anno di chiusure ed aperture a fasi alterne e con modalità variabili, i ristori che abbiamo ricevuto son ben poca cosa rispetto anche alle sole spese di gestione che abbiamo sostenuto e che, a fronte dei mancati incassi non diminuiscono. Basti pensare agli affitti, ai contratti per le utenze luce, gas, acqua e ai canoni vari”.

L’invito (ovviamente nel rispetto delle normative di distanziamento interpersonale e di contenimento del Covid) è quello di una massiccia adesione. “Per questi motivi auspichiamo, ed in merito siamo fiduciosi, nella presenza di chiunque voglia unirsi al nostro coro”, concludono i risto-baristi andoresi.

 

Alberto Sgarlato

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