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Attualità | 14 febbraio 2021, 10:25

La Fiaba della Domenica: "La visita meravigliosa"

Il dono del nonno di Angelino al suo nipotino: una fiaba

La Fiaba della Domenica: "La visita meravigliosa"

In un paese dove tutti i grandi andavano a lavorare e i piccoli andavano a scuola, viveva un bambino di nome Angelino che ogni fine settimana protestava perché non voleva andare nella nuova casa di papà.

Tutti si chiedevano perché. C'era chi pensava che la casa del papà fosse brutta, fredda e poco accogliente, c'era invece chi riteneva che il bambino volesse bene solo alla mamma, c'era infine chi pensava che quel bambino fosso solo un po' sciocchino e capriccioso.

Sta di fatto che ogni fine settimana erano pianti, grida e tristezza.

La mamma gli diceva certamente di andare dal papà per il sabato e la domenica, gli diceva anche che il papà lo avrebbe portato alle giostre, a pescare, in un bel ristorante, ma mentre diceva queste cose la mamma lo abbracciava stretto quasi a non volerlo lasciar partire.

Il piccolo aveva tanta voglia di vedere il papà, ma con la mamma in lacrime era davvero difficile staccarsi da lei!

Che fare? Finalmente un sabato Angelino si fece forza e, come un bravo ometto, con la sua valigetta in mano, partì sull'auto di papà con destinazione la casa di lui.

Che sorpresa al suo arrivo: c'erano i nonni! Angelino non li vedeva da molto tempo, da quel tempo che a lui sembrava tanto lontano che aveva visto il suo papà andar via da casa.

I nonni lo abbracciarono con tanto amore e passarono insieme a lui una giornata meravigliosa che diede ad Angelino la sensazione di essere “a casa”.

Alla sera, il nonno, dopo averlo guardato a lungo negli occhi, gli fece un dono che ad Angelino restò impresso per sempre.

Il nonno si sedette tenendogli la manina e cominciò a narrare una fiaba....             

                  

La talpa e il gatto        

                                          

C’era una volta un gatto che amava molto tutto quello che lo circondava.

Si pavoneggiava della sua cuccia di legno lucido, del prato ove correva e saltava, delle pozzanghere dove sguazzava, di tutto ciò che era alla luce e alla portata dei suoi occhi acuti.

Il gatto era gioioso, giocherellone, felice di vivere la sua forza, la sua agilità e consapevole di attirare la simpatia di tutti.

 Ma era anche un po’ prepotente: la sua irruenza, la sua prestanza lo facevano divenire tracotante, specie con coloro che egli riteneva più deboli o più sfortunati.

Il gatto, comunque, non era cattivo, egli amava tantissimo sentirsi importante e gioiva di tutto ciò che poteva vedere, toccare, dominare, tutto ciò, insomma, che la luce del sole gli rivelava e gli metteva a disposizione.

Tutto ciò era buona cosa, ma il gatto aveva una cattiva abitudine : ogni giorno prendeva in giro la talpa, dicendole che sotto terra, ove questa viveva, c’erano solo buio, umidità, sporcizia.

Il mondo sotterraneo della talpa proprio non andava giù al gatto: non lo conosceva, non lo dominava e quindi, per lui, era una vera schifezza!

Come si poteva vivere al buio, sotto terra, seppelliti prima di essere morti?

La talpa subiva in silenzio : spesso veniva offesa e dileggiata più del dovuto dal gatto presuntuoso, ma in silenzio gioiva nel sapere quanto il gatto si sbagliasse, non conoscendo il mondo sotterraneo che lei invece godeva ogni giorno, con i suoi cunicoli a sorpresa, con la vista delle radici delle piante, con gli amici che la circondavano affettuosamente.

La talpa amava molto il mondo in cui viveva, era il “suo” mondo, ove lei si trovava a proprio agio, ove era sempre vissuta, dove si sentiva al sicuro con il calore che ci deriva dai luoghi e dai volti conosciuti.

Ma il gatto infieriva sempre più, offendendo e tartassando la povera talpa, presentandole le bellezze del mondo emerso e stigmatizzando quello nascosto del sottosuolo.

Che diamine! Non c’era paragone tra il mondo di sopra e quello di sotto!

Solo un essere inferiore come la talpa poteva vivere sotto terra, al buio, al freddo, nell’umido nello sporco e nel terreno!

Stanco di questa ingiustizia, il mago Tresette prese i suoi filtri e determinò uno scambio di ruoli: il gatto sotto terra e la talpa sul prato.

Era ora di sanare un torto perpetrato per lungo tempo!

Era tempo di invertire le parti!

Il calunniatore, il denigratore, il tracotante, il gatto provasse anch’egli a cambiare luogo e abitudini di vita!

Chissà, forse avrebbe anche cambiato idea!

La talpa, come sempre, accettò di buon grado e, nonostante la sua vista corta, cominciò subito ad apprezzare le bellezze del mondo esterno.

Che bello! La talpa non era abituata al frastuono ai colori, alla luce, alla velocità un po’ frenetica del mondo di fuori.

Ma si abituò piuttosto velocemente, certo con un po’ di nostalgia per le “sue” atmosfere cupe, per quelle luci soffuse a cui era abituata, con un po’ di rimpianto per i luoghi a lei cari e familiari e per gli amici fidati del sottosuolo.

 Ma il gatto! Era infuriato, inveiva contro la talpa e contro il mago!

Con quale diritto il mago Tresette aveva sradicato lui, il gatto, dal suo mondo luminoso e gioioso? Come avrebbe potuto lui, il gatto, vivere nelle tenebre, nell’umido, nello sporco, a contatto di bruchi immondi e di scarafaggi orripilanti?

A un certo punto, però, una processione di stupendi animali multiformi e colorati colpì la sua attenzione: la sua vista, notoriamente abile anche al buio, gli trasmetteva percezioni meravigliose: coleotteri incredibili, topolini simpatici, vermi pettegoli e curiosi, formiche indaffarate, serpenti colorati, tutti lo salutavano con cortesia e affetto.

Però che pacatezza! E che stile! E che inimmaginabile e multiforme gioiosa attività! Chi lo avrebbe mai detto!

Il sottosuolo rappresentava proprio una novità e di quelle che ti fanno entusiasmare e ti rapiscono, la mente e il cuore!

Al gatto si stavano incrinando le certezze: che bello il sottosuolo, ecco una noce dimenticata da uno scoiattolo distratto, ecco un bulbo che si apre, ecco un cunicolo illuminato dagli insetti che costruiscono le loro tane, ecco ancora una sorgente d’acqua cristallina!

Il gatto, sempre più incredulo e ormai tranquillo, girava e rigirava per il mondo sotterraneo dicendo di continuo tra sè e sè: “Che cosa mi sono perso fino ad ora!”.

E’ proprio vero: ” mai dire mai!”

Che sciocco sono stato, la talpa godeva ogni giorno di un mondo, se non più bello, almeno bello quanto il mio!

Per il mago Tresette questo era ciò che voleva sentire.

Invertì il filtro magico e il gatto e la talpa tornarono al proprio ambiente di vita. Ma da quel giorno il gatto divenne un altro: quando incontrava la talpa la elogiava di continuo e, se proprio non la incontrava, si infilava nel sottosuolo per cercarla.

Tratto da: "Le fiabe per... la famiglia allargata (un aiuto per grandi e piccini)", di Elvezia Benini, Giancarlo Malombra e Cecilia Malombra, collana "Le Comete", Franco Angeli Editore. Prefazione di Maria Rita Parsi.

GLI AUTORI:

Elvezia Benini, psicologa, psicoterapeuta a orientamento junghiano, specialista in sand play therapy, consulente in ambito forense, già giudice onorario presso la Corte d'Appello di Genova. Autrice di numerose pubblicazioni a carattere scientifico.

Cecilia Malombra, psicologa clinica, specializzanda in criminologia e scienze psicoforensi, relatrice in convegni specialistici per operatori forensi e socio-sanitari. Autrice di pubblicazioni a carattere scientifico.

Giancarlo Malombra, giudice onorario presso la Corte d'Appello di Genova sezione minori, già dirigente scolastico, professore di psicologia sociale. Autore di numerose pubblicazioni a carattere scientifico.

Associazione Pietra Filosofale

L’Organizzazione persegue, senza scopo di lucro, finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale mediante l’esercizio, in via esclusiva o principale, delle seguenti attività di interesse generale ex art. 5 del D. Lgs. 117/2017:

d) educazione, istruzione e formazione professionale, ai sensi della legge 28 marzo 2003, n. 53, e successive modificazioni, nonché le attività culturali di interesse sociale con finalità educativa;

i) organizzazione e gestione di attività culturali, artistiche o ricreative di interesse sociale, incluse attività, anche editoriali, di promozione e diffusione della cultura e della pratica del volontariato e delle attività di interesse generale di cui al presente articolo;

k) organizzazione e gestione di attività turistiche di interesse sociale, culturale o religioso;

In concreto l’associazione, già costituita di fatto dal 27 gennaio 2016 e che ha ideato e avviato il concorso letterario Pietra Filosofale di concerto con l'amministrazione comunale, intende proporsi come soggetto facilitatore, promuovendo e stimolando proposte di cultura, arte e spettacolo sul territorio, organizzazione di eventi culturali e/o festival, ideazione e promozione di iniziative culturali anche in ambito nazionale, costruzione, recupero e gestione di nuovi spazi adibiti a luoghi di Cultura Permanente, anche all’interno di siti oggetto di riqualificazione e/o trasformazione quali ad esempio l’ex Cantiere Navale di Pietra Ligure, come già attuato nel 2018 presso la Biblioteca Civica di Pietra Ligure, ove ha curato un percorso specifico di incontri dedicati alla salute e al benessere attraverso il progetto Il sogno in cantiere": il sogno, in onore e ricordo del cantiere navale che un tempo a Pietra Ligure ha dato vita a tante navi che sono andate nel mondo, vuole ritrovare nel “Cantiere” il luogo di cultura permanente dove poter trascorrere un tempo dedicato al pensiero del cuore, per nutrire l'anima con letture, scrittura creativa, musica, conferenze, mostre.

La “Filosofia dell'associazione” è quella di ridare vita al "Cantiere" in una nuova forma e in un nuovo spazio, ma con lo stesso intento di progettare e costruire "mezzi" speciali, per poter viaggiare con l'immaginazione, strumento di fondamentale importanza per creare spazio e tempo migliori in cui vivere.

L'Associazione vuole favorire l'alchimia di differenti linguaggi, promuovendo spazi di arte, cultura e spettacolo, convogliando le energie nascoste, rintracciando il messaggio archetipico attraverso la narrazione, tentando di recuperare i meandri del proprio Sé, per creare momenti di incontro, scambio e ascolto e per gioire dell'Incanto della Vita. L'aspetto narrativo si è già concretizzato nel 2016 attraverso l'esperito Concorso letterario sulla fiaba; la fiaba è metafora di vita: se il suo linguaggio è ricco e articolato, anche la vita, di conseguenza, sarà ricca e articolata, capace, come per i personaggi delle fiabe, di conservare una nicchia di libertà che faccia considerare l'alterità, l'altro, come un patrimonio da tesaurizzare. L'intento è quindi quello di compiere il “varo” di un “Festivalincantiere” quale contenitore di numerose iniziative, in primis il recupero del concorso letterario sulla fiaba, per poter consentire di viaggiare con l'immaginazione, strumento di fondamentale importanza per creare uno spazio e un tempo migliori in cui vivere e per offrire al Comune l'ampliamento della propria visibilità culturale sia a livello locale sia nazionale e oltre.

«I luoghi hanno un'anima. Il nostro compito è di scoprirla. Esattamente come accade per la persona umana.» scrive James Hillman

La triste verità è che la vera vita dell'uomo è dilacerata da un complesso di inesorabili contrari: giorno e notte, nascita e morte, felicità e sventura, bene e male. Non possiamo neppure essere certi che l'uno prevarrà sull'altro, che il bene sconfiggerà il male, o la gioia si affermerà sul dolore. La vita è un campo di battaglia: così è sempre stata e così sarà sempre: se così non fosse finirebbe la vita. (C.G.Jung, L'uomo e i suoi simboli)

Pedagogia della fiaba

La fiaba è metafora di vita: se il suo linguaggio è ricco e articolato, anche la vita, di conseguenza, sarà ricca e articolata, capace, come per i personaggi delle fiabe, di conservare una nicchia di libertà che faccia considerare l'alterità, l'altro, come un patrimonio da tesaurizzare e non come un competitor o peggio come un diverso stigmatizzabile in minus da omologare coercitivamente.

"L'aspetto linguistico così intenso ed evocante contesti e costrutti, spesso caduti nell'oblio, è il necessario contenitore, è la pelle del daimon che consente a ciascuno di riappropriarsi di conoscenza e di dignità, ricordando a tutti e a ognuno che l'ignoranza è la radice di tutti i mali". (Giancarlo Malombra in "Narrazione e luoghi. Per una nuova Intercultura", di Castellani e Malombra, Ed Franco Angeli). 

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