Attualità - 09 febbraio 2021, 19:52

Nuovo carcere, Dotta (sindaco Cengio): "Sito ex Acna soddisfa in toto le necessità richieste. Darebbe ossigeno al paese"

Il primo cittadino valbormidese formula alcune considerazioni

Nuova casa circondariale in Val Bormida. Le osservazioni del sindaco di Cengio Francesco Dotta: "In questi giorni si parla molto dell’ipotetico nuovo carcere in Val Bormida. Come primo cittadino di uno dei paesi titolato ad ospitarlo, formulo qui di seguito alcune semplici considerazioni". 

"È innegabile come una struttura carceraria sia assolutamente necessaria al nostro territorio provinciale. Ritengo che la scelta della Val Bormida, come luogo della ipotetica costruzione, sia molto più sensata e realistica rispetto ai comuni della costa. Questi ultimi, credo, hanno altre aspettative e necessità legate alla vocazione turistica dei loro comprensori". 

"Il comune di Savona ha annunciato di non essere in grado di ospitare un carcere sul proprio territorio per mancanza di zone adatte e certamente il piazzale di fianco al tribunale - lo dico da cittadino che frequenta spesso il capoluogo di provincia - non sarebbe stata una scelta razionale. Condivido quindi totalmente la scelta pratica e lungimirante del sindaco Ilaria Caprioglio".

"Delle zone indicate dal comune di Cengio come idonee allo scopo, almeno due sono sicuramente confacenti all’edificazione del carcere, in modo particolare la zona A2 all’interno del sito ex Acna, ora proprietà Eni Rewind. Quest’ultima, soddisfa in toto le necessità richieste: ampia disponibilità di terreno, totalmente pianeggiante; viabilità stradale che arriva direttamente sul sito; stazione ferroviaria della linea Savona/Torino a 200 metri di distanza; linee di trasporto pubblico locale con corse frequenti e fermata davanti all’ingresso; viabilità interna al sito esistente e funzionale; disponibilità immediata dei sottoservizi; utilizzabilità sia di una cabina elettrica da 1.300 KW, sia di una  cabina per la distribuzione del metano con capacità di 1.200 MC/h, alla pressione di 12 bar; disponibilità immediata di locali uffici ed eventuali caseggiati presenti". 

"La struttura carceraria darebbe sicuramente ossigeno ad un paese in cui, a causa della chiusura dello stabilimento negli anni ‘90, si è prodotta una grave crisi socio-ambientale ed economica tuttora in atto e che, di fatto, ha bloccato ogni attività produttiva, commerciale ed immobiliare. Una grave crisi che, seppure oggi sia presente in tutta la Val Bormida, è certamente più evidente a Cengio rispetto che a Cairo Montenotte, altra città candidata ad ospitare il nuovo carcere, il cui territorio ospita già molte realtà produttive le quali, è evidente, garantiscono tuttora alla cittadina valbormidese un più floreo mercato, sia economico che immobiliare". 

"Sono dunque fiducioso che i funzionari del Ministero della Giustizia sappiano valutare attentamente anche questo aspetto: l’intera Val Bormida ha ora più che mai la necessità di una crescita proporzionata in tutti i paesi che la compongono, senza per forza dover concentrare tutte le risorse disponibili su chi, fortunatamente, ne possiede già in misura maggiore rispetto ad altri" prosegue il primo cittadino. 

"Tengo a sottolineare, onde evitare spiacevoli equivoci, che quanto appena affermato non è assolutamente scritto in vena polemica o con lo scopo di screditare la candidatura cairese, ma bensì nel totale rispetto per le eventuali aspettative del comune di Cairo Montenotte con cui, tramite il sindaco Paolo Lambertini, intratteniamo cordiali rapporti di stima e collaborazione". 

"Ultima considerazione, ma non ultima come importanza e che ritengo meritevole di attenta valutazione: il sito cengese in esame, nel passato, è stato fortemente inquinato, con un notevole impegno da parte della proprietà e dello Stato per la successiva bonifica dello stesso. Questa situazione oggi è stata risolta raggiungendo, da una situazione marcatamente negativa, una situazione positiva dal lato ambientale. Il riuscire quindi a costruire una struttura, a valenza sociale, su tale area sarebbe una vittoria, sicuramente per il paese di Cengio, ma anche per tutta la Val Bormida ligure e piemontese, per la proprietà e soprattutto per lo Stato, che certificherebbe in modo netto che il grande sforzo operativo ed economico profuso ha avuto un esito positivo a favore di tutta la collettività" conclude il sindaco Dotta. 

Redazione