Come prevedibile, ha sollevato qualche disappunto la petizione lanciata dal "Noli Social Club" per chiedere alla Regione lo spostamento dell'area venatoria compresa tra Le Manie e Capo Noli.
Ad esprimere il proprio disappunto è stata immediatamente la Federcaccia di Noli che, con una lettera del presidente Marino Pastorino, invita ad attenersi ad una politica di condivisione degli spazi, alla ricerca di una convivenza non sempre facile ma possibile.
"Le petizioni sono anche esse elemento imprescindibile della democrazia ed è sacrosanto che vengano fatte. Sarebbe però opportuno proprio per il ruolo che esse ricoprono non relegarle al rango di mere esternazioni concettuali contro qualche cosa cercando con esse di escludere qualche soggetto o categoria dalla vita sociale del paese. Esse sono strumento di proposta non di ricerca di esclusione" scrive Pastorino.
"Ebbene quella di Noli sulla caccia è proprio così - tuona il consigliere comunale - la coesistenza delle più svariate realtà che fruiscono del territorio è sempre difficile tanto più quando esso è limitato e la conseguenza è trovare soluzioni che mirino ad integrare la coesistenza. Sarebbe davvero un grande errore lavorare con spirito di esclusione in quanto la logica della prevaricazione ideologica, sociale, culturale e sportiva non albergherà mai nelle nostre comunità. Ed infatti una comunità è tale quando prevale sempre la cultura di comunità la quale riflette anche sulle ipotesi di sviluppo economico, sociale, turistico e religioso cercando di non lasciare indietro nessuno".
Prosegue quindi Pastorino: "Detto ciò, appare evidente che ognuno abbia la facoltà di poter fruire di spazi per l’esercizio delle attività sportive convivendo con altri e ben sapendo tutti che il suolo su cui si esercitano attività non sia pubblico ma privato, che altri abbiano concezioni e diritti, che il corpo normativo statale prevede norme a tutela proprio di coloro che utilizzino terreni privati per l’esercizio di attività".
"Appare davvero singolare addurre l’elemento della sicurezza per bandire un’attività che magari si ritiene scomoda o inguardabile, raccapricciante - aggiunge nella sua missiva - Ebbene credo che la sicurezza semmai attenga a coloro che sfrecciando come saette in luoghi che per loro stessa natura dovrebbero essere deputati alla funzione data dal creatore, luoghi di solitudine e intimità vilipesi e deflorati in ogni dove con antichi sentieri ciottolati ridotti a piste per corse urla e corse rendendoli ormai non più percorribili alla personalità sicura".
"Il turismo deve essere sostenibile e per essere tale deve rispettare ambiente culture e tradizioni sennò non è turismo ma sfruttamento incontrollato del bene più prezioso che abbiamo che è il territorio piegato ad esigenze di squilibrio e dissolvimento delle comunità. Noi vogliamo che tutti possano vivere il territorio perché esso è comunità. Avremmo l’esigenza di viverlo in sicurezza anche noi!" continua.
"Infine ricordiamo che l’accesso all’area di Capo Noli è ampiamente disciplinato dal Regolamento Comunale di utilizzo e fruizione del promontorio di Capo Noli – Zona F/PT che individua nel dettaglio cosa è possibile fare e non fare nell’area e quali attività praticare, tra cui appunto gli sport outdoor e l’attività venatoria, approvato all’unanimità dalla maggioranza e minoranza del consiglio comunale di Noli il giorno 01 Aprile 2019".
Una norma, quest'ultima, che il presidente nolese di Federcaccia, nonché attuale consigliere di minoranza, ricorda aver avuto l'apprezzamento anche dai membri dell'attuale giunta.