Tragedia di Tovo, Rifondazione Comunista: "Non è possibile sacrificare la sicurezza della propria vita in nome della produttività"

"Un'altra morte sul lavoro. Un altro, ennesimo, dramma che ha colpito la nostra provincia e che si ripete, purtroppo, ogni giorno in tutta Italia. Questa volta è toccato ad un sessantacinquenne, un impresario edile proprietario della ditta che si occupava della ristrutturazione di un complesso a Tovo San Giacomo, travolto dal crollo di una parte di parete". Si apre così la nota firmata dalla federazione provinciale di Rifondazione Comunista dopo la tragedia avvenuta stamane a Tovo San Giacomo (leggi QUI).

"Da anni denunciamo questo contino stillicidio di vite umane, collegate troppo spesso con la mancanza di sicurezza sul proprio posto di lavoro. Purtroppo la continua ripetitività di tali eventi ha creato una sorta di assuefazione nell'opinione pubblica, facendo passare le tragedie nel silenzio quasi totale. Non vogliamo e non possiamo accettare questa rassegnazione, perché il lavoro è uno strumento per poter vivere in dignità, non per morire. La crisi di questi anni invece ha permesso che certe regole venissero eliminate. Tutto ciò non può, non deve accadere, considerando anche le rigide normative che tutelano i lavoratori e che devono assolutamente essere applicate" prosegue il comunicato.

"Rifondazione Comunista esprime la propria vicinanza ai famigliari della vittima e si unisce alla richiesta dei sindacati che la sicurezza sul posto di lavoro, e nelle specifico dei cantineri – siano essi piccoli o grandi – debba essere sempre una priorità. Non è possibile sacrificare la sicurezza della propria vita in nome della produttività" concludono infine dalla federazione provinciale di Rifondazione Comunista.