Percepiscono un reddito di cittadinanza per una cifra mensile di 280 euro e non riuscendo a mantenere la famiglia visto il basso importo, hanno fatto richiesta ai servizi sociali del comune di Savona per il bonus spesa Covid, ottenuto, da 300 euro.
Una famiglia di origine nigeriana, composta da due adulti e due bambini di 5 e 10 anni, si è vista però recapitare prima di Natale dalla guardia di finanza di Savona un verbale da 300 euro di accertamento della violazione in quanto era stato omesso il percepimento del reddito.
Proprio nella giornata di oggi, dall’esame delle istanze acquisite dai Finanzieri delle Compagnie di Savona ed Albenga e dalle Tenenze di Finale Ligure e Cairo Montenotte, presso i comuni di Savona, Varazze, Quiliano, Finale Ligure, Loano, Pietra Ligure, Albenga, Borghetto, Ceriale, Alassio, Andora, Cairo Montenotte, Carcare e Cengio, oltre 5.600 in tutto, è infatti emerso che uno o più componenti dei nuclei familiari monitorati, 137 persone, a seconda dei casi, beneficiavano già del reddito di cittadinanza o altre prestazioni sociali agevolate, oppure avevano omesso di dichiarare il proprio patrimonio; in alcuni casi era stato alterato il proprio stato di famiglia, indicando soggetti fittizi o non residenti per incrementare la somma da percepire.
L'anno scorso al momento della domanda i servizi sociali di via Chiavella, informati della loro situazione familiare e vista la loro scarsa dimestichezza con la lingua parlata e scritta, li hanno aiutati nella compilazione ed è stato così poi percepito il bonus.
Arrivato il verbale si sono rivolti nuovamente agli assistenti sociali, successivamente sono stati indirizzati verso un patronato, con il passaggio seguente poi all'Adiconsum dove un avvocato dell'associazione a gennaio gli ha consigliato di rivolgersi al Prefetto per spiegare la reale situazione dei fatti.
In Prefettura però causa chiusura al pubblico non sono stati ricevuti e questa mattina sono stati nuovamente uditi dall'Adiconsum tramite l'avvocato Michela Sacco.
"Vedo tanta gente e questa signora mi è sembrata sinceramente spaesata ed incolpevole, cos'altro avrebbero dovuto fare con 2 bimbi e un assegno di 280 euro di fronte alla possibilità offerta dalle istituzioni, tale è il Comune, di ottenere dei buoni per comprare da mangiare?" dice l'avvocato Sacco.
"Inoltre il termine di 30 giorni per presentare osservazioni e scritti difensivi al Prefetto è ormai decorso, tuttavia non mancheremo di dare tutta l'assistenza possibile e di accertare eventuali responsabilità, non è certo un caso di "furbetti" che cercano di fregare lo Stato ma di poveretti stritolati dagli ingranaggi arrugginiti dello Stato" conclude il legale.