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Attualità | 29 gennaio 2021, 11:50

Il Consiglio di Stato dà ragione a pendolari e cittadini: i dati del contratto di servizio ferroviario non possono essere secretati

I comitati: "Rimangono gli 'omissis' della Regione sulle sue proprie responsabilità"

Il Consiglio di Stato dà ragione a pendolari e cittadini: i dati del contratto di servizio ferroviario non possono essere secretati

"L'assessore Berrino durante il Consiglio del 19 gennaio, rispondendo all'interrogazione del Gruppo Sansa, ha confermato quanto evidente: al di là delle argomentazioni fumose, la realtà è che Regione Liguria ha fatto un affidamento diretto a Trenitalia accettando che i dati economico-finanziari venissero posti (illegittimamente, come  sentenziato dal Consiglio di Stato il 4 gennaio u.s) sotto "omissis", a salvaguardia della posizione di Trenitalia ma non dell’interesse pubblico".

Cosi commentano in una nota WWF Delegato Liguria, Pendolari del Levante Ligure, Comitato Difesa Trasporti Valle Stura ed Orba, Pendolari Savona-Genova, Pendolari Novesi e Comitato delle Cinque Terre.

"Ma è proprio da questi dati che dipende in ultimo la verifica della quantità e della qualità del servizio offerto al cittadino, cittadino che non per nulla vorrebbe capire. Se, come ammette finalmente Berrino in Consiglio, sì, 'in quel tratto di costa fortunatissima è vero che si incassano milioni di euro grazie ai biglietti che solo i turisti pagano', ma che Trenitalia ha diritto "solo" al 5,97% del capitale investito, e 'tutti gli altri soldi sarebbero reinvestiti nel contratto di servizio della Liguria in termini di treni, di diminuzione dei prezzi o eventualmente di aumento dei chilometri', come è possibile che nella Relazione Finanziaria Annuale di Trenitalia riporti i proventi del 'prodotto leisure 5Terre' tra le prime voci alla base dell’incremento dei ricavi da tariffa per l´anno 2018?". 

"Come è possibile che con i milioni che si sarebbero dovuti avere a disposizione, proprio per il 2018, stando alle stesse dichiarazioni di Berrino, si sia ottenuto solo 'una sorta (SIC) di aumento dei chilometri previsti a seguito di alcune esigenze che erano sorte'? Che ne è stato delle richieste più e piú volte avanzate dai comitati? - proseguono - Grazie alla pronuncia del Consiglio di Stato i cittadini potranno finalmente conoscere il contenuto degli allegati contenenti i dati economici (quelli più importanti) e i dati dei ricavi derivanti dalla tariffa maggiorata delle Cinque Terre". 

"E finalmente, a quanto si apprende da Berrino, li conoscerà anche la Regione: essa infatti ad oggi non sarebbe in possesso dei dati relativi ai ricavi da tariffa 39/CinqueTerre perché 'rientrano nel bilancio, cioè non ci dicono quanto'. Eppure il CdS prevede che Trenitalia trasmetta annualmente i dati relativi ai proventi in forma di database con 'le somme incassate dalla vendita dei biglietti, con dettaglio mensile, distintamente per ogni tariffa e titolo di viaggio, estraibili dai sistemi aziendali'". 

"Quindi l'assessore Berrino in tanti anni non si è mai fatto venire la curiosità di verificare i dati dei ricavi - desunti da informazioni parziali e diffusi dai media, anche quando era palese una sottostima degli stessi da parte degli uffici? E quanti altri aspetti del Contratto di Servizio non sono stati verificati?". 

"Cosa giustifica il costo treno km che risulta essere ampiamente superiore o a qualsiasi altra regione italiana? Come è possibile che il Contratto di Servizio non preveda l’aumento di nemmeno 1 km in più da qui fino al 2032 nonostante le necessità più volte ribadite da comitati e territori? Davvero è stata verificata la necessità del rincaro dei biglietti, il cui aumento del 7% previsto per il 2021 per ora è solo rinviato a giugno, e momentaneamente coperto con l’utilizzo delle penali, visto l'obbligo contrattuale di preservare il Piano Economico Finanziario?".  

"I pendolari e i cittadini si attendono delle risposte a queste domande. Ora più urgenti che mai, e la Regione non può nascondersi anche questa volta dietro a degli 'omissis' concludono i comitati. 

Comunicato stampa

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