Tanto tuonò che piovve. Dopo le polemiche immediatamente successive al voto che nello scorso novembre riconfermò alla presidenza di Confcommercio Savona di Vincenzo Bertino, dieci categorie aderenti all'associazione hanno depositato presso il tribunale di Savona la formale richiesta di accesso all'arbitrato per l'annullamento delle elezioni del consiglio.
Un'unica assemblea con convocazioni sommarie ed inappropriate, violazioni statutarie quali l'ineleggibilità del presidente dopo il secondo mandato, una verifica del peso degli aventi diritto al voto avvenuta senza confronto sui numeri, un bilancio non ancora approvato, mancanza di trasparenza nell’attribuzione delle deleghe e la violazione del codice etico della Confederazione nazionale che prevede invece una collaborazione. Queste sono le accuse che Silb, Fiavet, Faita, Sib Liguria, Fipe, Fimaa, Fida, Federalberghi e le Ascom di Savona e Finale Ligure hanno sollevato.
"Abbiamo cercato un rinnovo in modo costruttivo e propositivo ricercando sintesi per traguardare l'assemblea elettiva in modo unitario, consapevoli del momento così drammatico" ha spiegato Andrea Valle, presidente di Federalberghi, che come altri colleghi ha sostenuto la candidatura di Fasciolo per rilanciare una Confcommercio "rinnovata e capace affrontare sfide sociali economiche irrisolte come lavoro, turismo e area crisi complessa".
Tutto questo ha portato ad una "azione legale figlia della mancanza trasparenza" ha sottolineata ancora una volta dallo stesso Fabrizio Fasciolo, presidente Silb: "Diverse le imprecisioni e gli atteggiamenti vessatori durante l'assemblea, dove non ci è stato permesso di esprimere i nostri programmi avendo la parola solo per pochi istanti. Avevamo chiesto di spostare l'assemblea per non sovrapporre i problemi dovuti alla pandemia o di prendere più tempo per analizzare la situazione come accaduto in Sardegna, ma è stato rifiutato. Non condividiamo l'esito delle elezioni ma la forma".
Nessuna intenzione o pregiudizio verso l'attuale dirigenza quindi, assicura Barbara Bugini di Faita, ma una semplice richiesta di chiarezza ad un giudice terzo alla vicenda: "Non volevamo dichiarare guerra né a Bertino né a Confcommercio, in una situazione complessa a livello regionale e ancor di più provinciale, dove tuttavia avevamo ravvisato incapacità organizzativa nell'affrontare e trovare risposte alle criticità di questo periodo".
Duro invece è l'attacco di Enrico Schiappapietra, presidente regionale SIB, secondo cui il "modus operandi" dell'attuale associazione è ormai anacronistico, non inclusivo: "Ormai parliamo di un'associazione verticistica quando, al contrario, serve un'associazione che parta dal territorio e porti le difficoltà degli associati agli alti interlocutori. Abbiamo chiesto al presidente Bertino di collaborare, ma evidentemente questo non fa parte del suo know-how, e lo dico con estrema amarezza, ma se non ci sarà spazio in Confcommercio busseremo ad altre porte".
Un auspicio verso un passo indietro di Bertino e del direttivo attuale, sottolineando la forza delle voci che hanno deciso di ricorrere alle vie legali, ossia "la totalità dei sindacati rappresentanti le attività legate al mondo del turismo", forza economica trainante dell'economia provinciale.
E lo ribadisce Laura Filippi, presidente di Ascom Savona, a numeri l'associazione più numerosa della provincia, per la quale "servirebbe un'associazione brillante, presente, che rappresenti le attività e risponda alle esigenze del territorio". Al contrario invece "forse Confcommercio si è occupata più di mantenere delle posizioni - ha proseguito Filippi - mentre noi abbiamo lavorato volenterosi, forse ingenuamente, per un rinnovo della presidenza che invertisse la tendenza e abbiamo lavorato, intenzionati a tirarci su le maniche insieme, ma questo non è avvenuto".
Ora a pronunciarsi dovrà essere il tribunale, e qualora venissero riconosciute legittime le proteste delle dieci associazioni cadrebbe l'attuale consiglio fino ad arrivare a nuove elezioni.
Nel frattempo, insieme alla richiesta di arbitrato, è stata richiesta una sospensiva per tutti le delibere e gli atti presi dalla presidenza nel periodo intercorso dalla sua ultima salita in carica, definiti come "illegittimi".
Tuttavia la frattura potrebbe non essere insanabile, evitando di andare "fino in fondo trovando una soluzione alternativa in grado di soddisfare le richieste di tutti" ha concluso Bugini.