"L'Italia rinasce con un Fiore". E' questo il nome della campagna vaccinale contro il Covid lanciata nei giorni scorsi dal commissario per l'emergenza Domenico Arcuri, la quale prevede la costruzione di stand a forma di primula, la cui progettazione verrà donata "beneficamente" dall'archistar Boeri.
Un'iniziativa che ha riscontrato diversi pareri non propriamente favorevoli, come quelli della FEU, l’associazione della filiera degli eventi unita nata in questa seconda ondata per rappresentare un settore, quello degli eventi appunto, che contribuisce per il 2,5% al PIL nazionale e fermo da diversi mesi che ora chiede equi sostegni al Governo senza distinzione di codici Ateco, e nel mentre batte i pugni sul tavolo per farsi sentire, definendo l'iniziativa "ridicola".
"Ci sono miliardi di gazebo chiusi e fermi da marzo 2020 nei magazzini delle aziende e loro che fanno? Chiedono che vengano costruiti, con i soldi pubblici, delle nuove strutture, che non troveranno poi nessun altro utilizzo, dai costi esorbitanti, in un momento in cui non riescono neanche a dare ristori equi a tutte le persone. Continuando così a tenere immobili le nostre aziende e a far morire 570 mila addetti ai lavori” lamenta Adriano Ceccotti, presidente di FEU.
“In FEU siamo divisi in categorie e tra loro abbiamo le imprese di tensostrutture, sono 75, che con il loro materiale che hanno chiuso nei loro magazzini potrebbero coprire almeno 1.500.000 mq e che non sono stati presi assolutamente in considerazione per questa iniziativa” spiega Ceccotti.
Non solo tensostrutture ma il progetto di Arcuri necessita di pannelli, divisori, porte, pedane, pavimentazioni, impianti elettrici, allestimenti interni, servizi di sicurezza: tutte professionalità che fanno parte della filiera degli eventi. "Non solo senza ristori dall’inizio della pandemia ma anche raggirati da iniziative irragionevoli - accusa il presidente FEU - Nonostante ciò la filiera si rende disponibile ad aprire un dialogo propositivo con Arcuri e a proporre un progetto nel rispetto dell’emergenza sanitaria ed economica della nostra Nazione".
Al momento troppe le cose da capire di questa iniziativa: dove finiranno poi queste strutture? Quanto costeranno? “Da una nostra stima interna – spiega Yuri Bricherasio referente della categoria tensostrutture e gazebo per FEU - essendo un progetto personalizzato ogni primula costerà dai 70 ai 100 mila euro”. Un conto che, se applicato ai 300 punti di somministrazione, porterebbe la cifra complessiva a 150 milioni di euro. "Il tutto senza sapere con certezza neanche se i vaccini prenotati dall’Italia arriveranno nelle date previste".
"La serietà continua ad essere messa da parte dal cast del Governo che invece pensa a rendere simpatica solo la comunicazione. Però il Commissario straordinario, spiega che 'molte aziende svolgeranno questa funzione pro bono, come ha fatto l’architetto Boeri'. Ma nessuna delle nostre aziende ad oggi è stata chiamata né per un preventivo, né per partecipare ad una gara d’appalto, ne tantomeno per 'regalare il frutto del loro ingegno (usando le parole di Arcuri) affinché gli italiani possano vaccinarsi'" continua Ceccotti.
“Perché non spendono questi soldi per gli ospedali utilizzandone diversamente molti meno per noleggiare piuttosto materiali già esistenti? Perché non possono darci equi sostegni e poi trovano i soldi per queste iniziative? Perché ci sentiamo così presi in giro?. La primula per i vaccini sembra seguire la scia dei banchi a rotelle: inutile. L’Italia merita di più" concludono i rappresentanti della filiera degli eventi.