Politica - 11 dicembre 2020, 16:00

Vaccarezza: "L'estensione delle concessioni balneari fino al 2033 va rilasciata"

Il capogruppo di "Cambiamo!" in Regione: "La vicenda è in corso dal 2010, quando il nostro paese ha recepito la direttiva Bolkestein sulla liberalizzazione dei servizi, abrogando il rinnovo automatico delle concessioni senza sostituirlo con un altro adeguato sistema normativo"

Nei giorni scorsi la Commissione Europea ha inviato all’Italia una lettera di messa in mora per contestare l’estensione fino al 2033 delle concessioni demaniali marittime. 

Un fatto che sicuramente mette a repentaglio la stabilità di tutte quelle realtà professionali che fanno parte del comparto balneare italiano.

"La messa in mora, inviata dalla Commissione Europea, rappresenta un problema di vitale importanza per tutti quei concessionari che non hanno ancora ottenuto ufficialmente l’estensione della concessione fino al 2033 - afferma il capogruppo di Cambiamo! in Regione Liguria, Angelo Vaccarezza - È chiaro che l'estensione VADA rilasciata; questa lettera deve essere uno sprone ad attivarsi e non una limitazione per i comuni che ancora devono adeguarsi e che debbono farlo tassativamente entro il 31/12/2020.

Inoltre la procedura di infrazione costringe, e mi verrebbe da dire finalmente, il Governo italiano a non poter più rimandare la soluzione dell’annoso problema delle concessioni demaniali marittime. 

La vicenda è in corso dal 2010, quando il nostro paese ha recepito la direttiva Bolkestein sulla liberalizzazione dei servizi, abrogando il rinnovo automatico delle concessioni senza sostituirlo con un altro adeguato sistema normativo. 

Inoltre, il recepimento è avvenuto in maniera errata, applicando la direttiva non solo al comparto dei servizi, ma anche a quello dei beni".

"L'Unione Europea ha, a più riprese, avvisato l'Italia di non proseguire sulla via delle proroghe delle concessioni, se non inserite in un progetto di più ampia riforma del comparto demaniale. - prosegue Vaccarezza - Nel 2016, inoltre, la Corte di Giustizia Europea, pur ribadendo l'impossibilità del rinnovo automatico, ha introdotto due significative opportunità: il riconoscimento del legittimo affidamento per le concessioni già esistenti e il rinnovo della richiesta, al nostro Paese, di effettuare una ricognizione precisa della disponibilità o della scarsità del bene".

La lettera di messa in mora del 3 Dicembre inoltre,  mette a rischio l' intero contenuto della legge 145 del 2018, relativa all'estensione delle concessioni balneari al 2033. 

Nella legge, erano ben illustrati gli impegni di riesame dell'intero comparto balneare, ivi compresa l'adozione entro il 30 Aprile 2019, di un DPCM con all'interno termini e modalità di revisione del sistema demaniale marittimo. 

"Nessuno dei governi che si sono susseguiti negli anni è riuscito ad adempiere a questa richiesta, dando piena applicazione alla legge, ma anzi, sono sempre state avanzate un serie di 'riforme' incomplete che non hanno mai sanato il problema - spiega ancora Vaccarezza - L'impegno mio personale, e quello del mio gruppo, sarà quello di aiutare la Giunta Regionale a sollecitare i comuni liguri che sono ancora inadempienti a rilasciare gli atti d'estensione al 2033 delle norme demaniali vigenti. 

Questa procedura aiuterà a non generare una situazione di disparità fra i titolari di concessioni demaniali che operano in comuni che hanno dato applicazione alla legge e i concessionari che sono attivi all'interno di comuni che non si sono ancora adeguati.

"Il comparto balneare italiano è formato da trentamila piccole e medie aziende, in gran parte di tipo familiare. Famiglie che, confidando nelle leggi dello Stato, hanno continuato a essere il motore trainante del settore turistico del nostro paese. - conclude il capogruppo di Cambiamo! - Non possiamo permettere che tanti sacrifici economici e tanti investimenti, che hanno contribuito a incrementare il PIL nazionale, possano andare in fumo. 

D'altronde anche Frits Bolkestein, padre dell'omonima direttiva, lo ha ripetuto a più riprese, compreso quel famoso 18 Aprile 2018 durante il convegno svoltosi alla Camera dei Deputati organizzato da Base Balneare: il settore degli stabilimenti balneari non ha alcuna ragione per essere compreso nella Direttiva Servizi. 

Noi, come forza politica, vogliamo salvaguardare lo stato di salute delle aziende di questo settore e vogliamo traghettarle verso un futuro più stabile e sicuro".

Comunicato stampa