Sulle prime sembrava un’idea destinata ad arenarsi tra pastoie burocratiche e scarsissime risorse finanziarie. Poi è arrivato il lungimirante contributo della Fondazione De Mari e il recupero del sagrato del San Giacomo è diventato un obiettivo affascinante. Anche perché nel frattempo si sono mossi gli assessori Massimo Arecco e Piero Santi, facendo ripulire da detriti ed erbacce sia la chiesa, sia il giardino. Entrambi sembrano credere nelle potenzialità di questo spazio.
Certo, la strada è ancora impervia; ne sono consapevoli i savonesi che dietro il nome di Amici del San Giacomo, da oltre un anno lavorano a una proposta di riqualificazione dell’area verde prospiciente il complesso conventuale. Il Comune, innanzitutto, in quanto proprietario dei terreni, deve trovare i denari per valorizzarlo. La soprintendenza potrebbe allentare un po’ i vincoli, ferma restando la messa in sicurezza di alcuni volumi che affacciano sul verde. “Ma deve essere la città la prima a credere nel recupero di questo straordinario spazio dimenticato” sottolineano gli “Amici”. Che rivolgono anche un invito a savonesi illustri, affinché facciano sentire la propria voce a sostegno del progetto.
Opportunamente ripulita dalle erbacce e dalla vegetazione cresciuta spontanea in decenni di abbandono, l’area potrebbe diventare un teatro all’aperto di grande suggestione, a due passi dal centro città eppure in un luogo silenzioso, servito da un parcheggio (quello dell’Artisi) e capace di accogliere qualche centinaio di spettatori.
Per chi non avesse presente il giardino del San Giacomo, ecco qualche annotazione raccolta dai volontari.
Si parla di una superficie pari a quella di piazza Sisto IV, per il momento inagibile ai sensi di un’ordinanza sindacale dell’aprile del 2000 che segnalava la presenza diffusa su tutta l’area di detriti e “altri materiali pericolosi per l’igiene e la pubblica incolumità”.
Da allora le cose sono migliorate. Decisivo l’intervento di pulizia in corso proprio in questi giorni, senza dimenticare che gli stessi “Amici” negli ultimi anni si sono più volte impegnati in interventi di pulizia e “disboscamento”. Persiste l’ostacolo dell’ordinanza sindacale. Non solo: il complesso del San Giacomo, aree verdi comprese, è sottoposto a vincolo della soprintendenza ai Beni Culturali; quindi, anche un minimo intervento, come il taglio di piante infestanti, deve essere accompagnato dalla relazione di un tecnico abilitato che possibilmente offra la sua opera gratuitamente, perché un altro ostacolo è quello del finanziamento dei lavori.
Lo scorso febbraio l’associazione ha presentato un progetto minimo per il ripristino funzionale dell’area, ottenendo dalla Fondazione De Mari un finanziamento di 8.000 euro. Altri 2.600 euro sono un contributo volontario degli “Amici”. "Non si tratta di grandi importi - dicono i promotori dell’iniziativa - ma con l’aiuto di cittadini volenterosi speriamo di riuscire a sbloccare la situazione e a far sì che l’ordinanza in vigore possa essere annullata, in modo da poter restituire questo bellissimo angolo verde ai savonesi".
L’idea, dunque, è di farne un’area per eventi culturali all’aperto, in alternativa al Priamàr, o meglio, a supporto della fortezza. Teatro, piccoli concerti, presentazioni di libri, troverebbero un palcoscenico naturale al San Giacomo. Dal terreno del sagrato affiora di 60-70 centimetri la copertura in cemento di un vecchio bunker, dalla quale si potrebbe ricavare un palco di 50 metri quadrati. Un secondo palco naturale, con splendida vista sulla città, potrebbe essere ricavato nell’area affacciata su ponte Sisto IV. Gli spettatori avrebbero a disposizione fino a 600 posti a sedere, su una superficie di 1.300 metri quadrati.
“Un termine di paragone? La piazzetta del prestigioso teatro di Verezzi - fanno notare gli Amici - misura 400 metri quadrati e ospita 400 spettatori”. Insomma, pur riconoscendo il fascino di Verezzi, il San Giacomo avrebbe i requisiti in ordine per dire la sua. I savonesi ci credono? E' questo il punto. L’associazione lancia un invito alla città ad esprimersi sul progetto, ma intanto sembra aver convinto il Comune. E non è poco.