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Economia | 03 ottobre 2020, 16:19

Banca Carige: la scure si abbatte su altre 56 filiali

Prosegue il piano di ristrutturazione dello storico istituto di credito della nostra regione

Banca Carige: la scure si abbatte su altre 56 filiali

Si fa sempre un bel parlare di servizi nell’entroterra e nei piccoli comuni, di trasporti, di posti di lavoro e di ripopolamento dei borghi. Non solo è un bellissimo e interessantissimo tema, ma il ‘tornare’ alle vallate potrebbe anche rappresentare una risorsa in termini di prospettiva.

Solo che poi, quando ci si confronta con la realtà, le cose vanno ben diversamente. E la cronaca parla di chiusure di uffici postali, di chiusure di attività commerciali, di servizi pubblici che funzionano a singhiozzo e di condizioni tendenzialmente avverse, rispetto alla permanenza da queste parti.

Non solo non parte la tanto auspicata inversione di tendenza, ma, al contrario, la situazione si aggrava sempre di più. L’ultima tegola arriva dal piano di riorganizzazione territoriale di Banca Carige, ovvero l’ex Cassa di Risparmio di Genova e Imperia, ovvero una delle istituzioni e dei simboli finanziari ed economici della nostra regione.

Nei giorni scorsi, proseguendo un piano di ristrutturazione partito ormai diversi anni fa, Carige ha annunciato la chiusura di altre cinquantasei filiali, sparse in tutta Italia (molte sorsero con le insegne della ormai ex Carige Italia). 

La scelta non desta particolari tensioni dal punto di vista occupazionale, in quanto si tratta dell’applicazione di un piano che, già a suo tempo, era stato concordato con i sindacati. Però le ricadute territoriali e sulla cittadinanza ci saranno eccome anche perché, specie in alcuni comuni, Carige rappresentava l’unico sportello e, come tale, anche l’unico bancomat in funzione.

Cattive notizie, insomma, per le città e i centri interessati dalle chiusure. Andrea Bonino, segretario generale della Fisac Cgil di Genova, ovvero la Federazione Italiana Sindacale Lavoratori Assicurazioni e Credito, è uno di quei sindacalisti che ha seguito la vertenza più da vicino: “Le chiusure sono state sancite da un accordo preso dall’azienda con le organizzazioni sindacali. È un piano fatto di uscite accompagnate, di esodi e di prepensionamenti, e non porta ad alcun licenziamento. Quindi, dal punto di vista dell’occupazione, non abbiamo nulla da dire, anche se non possiamo non notare come, a livello bancario, negli ultimi anni siano venuti a mancare qualcosa come settantamila posti di lavoro in tutta Italia, di cui circa mille e cinquecento dipendenti di Carige. Sul fronte invece del mancato presidio del territorio e dei disagi per l’utenza, questi sono purtroppo dati di fatto e se la situazione può essere tutto sommato gestibile nelle grandi città, diventa invece molto complicata in provincia e nei piccoli comuni”. 

Intanto, mercoledì scorso l’istituto bancario ha comunicato, relativamente ai cinque mesi tra febbraio e giugno, una perdita di 97,8 milioni di euro. Ma l’amministratore delegato Francesco Guido, dopo i tredici mesi di commissariamento della banca, commenta con ottimismo i primi numeri relativi alla gestione ordinaria: “I primi cinque mesi dopo il ritorno alla gestione ordinaria ci consegnano il quadro di una banca con uno dei profili di rischio più bassi in Italia, snella e asciutta, e che, in piena emergenza Covid-19, ha saputo comunque intraprendere la strada del rilancio commerciale raggiungendo alcuni risultati da record. Sono certo che gli investimenti di potenziamento già avviati consentiranno ulteriori accelerazioni. Carige sa come affrontare le tempeste ed è a ogni singolo collega che va il mio forte ringraziamento per la professionalità e la dedizione dimostrate per superare anche questa avversità”.

 

Alberto Bruzzone

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