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Attualità | 02 ottobre 2020, 12:00

Si chiama "Formae Lucis" il progetto di valorizzazione del patrimonio artistico e culturale della Diocesi di Albenga-Imperia

Presentato oggi il percorso quinquennale 2020-2025 che farà dei luoghi diocesani un unico e grande "museo diffuso"

Si chiama "Formae Lucis" il progetto di valorizzazione del patrimonio artistico e culturale della Diocesi di Albenga-Imperia

Si è svolta questa mattina, 2 ottobre, la videoconferenza del progetto di valorizzazione e tutela dei beni artistici e culturali della Diocesi di Albenga-Imperia denominato “Formae Lucis”.

Esso è strutturato in una programmazione pluriennale (2020-2025) che comprenderà molteplici eventi differenti legati al patrimonio diocesano.

In questi casi, di fronte alla maestosità del Bello, spesso una singola immagine vale più di mille parole. Per questo motivo al via dell’incontro Alessandra Chiappori, curatrice della comunicazione per Formae Lucis, ha lanciato in diretta un video trailer a cura di Inside VideoProduzioni e Foto Immagine Imperia dal titolo “Passi tra bagliori di bellezza” (motto dell'intero progetto). In un minuto alcuni luoghi suggestivi delle due province confinanti scorrono sullo schermo in tutto il loro splendore.

Monsignor Guglielmo Borghetti, Vescovo della Diocesi di Albenga-Imperia, è stato impossibilitato a partecipare alla diretta ma ha comunque presenziato con un contributo video. Parole toccanti, da parte del massimo esponente della Diocesi, per ricordare l’importanza di questo immenso patrimonio di tutti: “La fede ha sempre prodotto arte, anche quando non ha potuto esprimersi alla luce del sole: canti sacri, immagini per pregare i santi e per commemorare i defunti, fino agli stessi luoghi di preghiera in un processo multiforme e sempre cangiante.

La nostra Diocesi ha un tesoro significativamente vasto e un valore aggiunto dato dalla ricchezza nella varietà. Preziose testimonianze tardo-antiche, medievali, quattrocentesche fino al Barocco e al Settecento. Opere di alto livello e manufatti di arte popolare. Tutte le arti sono coinvolte coralmente: pittura, scultura, oreficeria, sartoria, dalle grandi architetture alla miniatura”.

Prosegue il Vescovo, spiegano la scelta del nome Formae Lucis: “La Vera Luce è Dio, il Cristo ne è il corpo rivelato, la bellezza è splendore del vero. Riscoprire questo grande patrimonio è arte e fede, cultura e preghiera, tutela e promozione. Un’occasione insuperabile e imperdibile di annuncio che sa parlare ai cuori e alle menti attraverso gli occhi”.

Castore Sirimarco, Direttore Ufficio Beni Culturali della Diocesi, nel prendere la parola ricorda che il Vescovo Borghetti è stato il primo sostenitore di questo progetto e ha incoraggiato l’ufficio a portarlo avanti. Sirimarco, inoltre, pone l’accento sull’importanza di ricordarsi di tante piccole eccellenze artistiche e architettoniche che popolano le realtà dell’entroterra delle due province di Imperia e Savona.

Formae Lucis, come si diceva all’inizio, comprenderà progetti che si ramificheranno in un arco di cinque anni. Ma non solo: andrà a coincidere anche con il quarantennale dell’apertura del Museo diocesano. Nel 2022 un ciclo di mostre celebrerà questa importante ricorrenza. Il fine è un museo diffuso in tutta la Diocesi, ma non solo: Sirimarco sottolinea che, in un’era come la nostra, fatta di mille input a ritmi frenetici dati dalle tecnologie a nostra disposizione, l’invito sarà quello a riscoprire “con lentezza” la gioia di immergersi nel Bello e di tornare con calma a osservare, apprezzare, riflettere su tutto quanto abbiamo attorno a noi.

Da un punto di vista tecnico sono stati acquisiti contatti con i vari ordini professionali della Liguria, dagli ingegneri agli architetti, per lavorare in sinergia con le professionalità del territorio.

Dal punto di vista degli eventi, invece, Don Emanuele, referente del progetto, insieme a Don Luciano, dell’Ufficio Beni Culturali Diocesi, presenteranno una roadmap di appuntamenti nel corso dei prossimi mesi.

Nel rilasciare le prime anticipazioni Don Emanuele spiega che dovrà essere apposta molto vago su nomi, date, luoghi, perché le troppe incertezze date dal Covid-19 impediscono di poter rilasciare fin da ora informazioni più strutturate. Annuncia comunque che il 6 novembre si terrà un incontro con il prof. Lauro Magnani, della facoltà di Scienze Umanistiche di UniGe e insegnante di Storia dell’Arte Moderna che parlerà dei registri artistici del patrimonio diocesano. Sarà presente il Vescovo.

Don Emanuele ricorda l’importanza della convivenza di “arte popolare” e “arte alta” nei nostri luoghi alla quale anche Monsignor Borghetti, nel suo intervento, faceva riferimento. Un esempio lampante è dato dal crocefisso medievale di Multedo, esempio di arte popolare che ha nella sua lunga storia il suo unico valore, affiancato da un dipinto che un numero sempre maggiore di critici attribuisce con crescente certezza a Van Dyck, posto a pochi metri.

Altra opera di rilievo internazionale nella Diocesi è il gruppo scultoreo ligneo del Maragliano raffigurante il Battesimo di Cristo situato a Pieve di Teco, oggi in viaggio per essere esposto tra le Scuderie del Quirinale e Washington.

In programma anche un seminario tecnico sul restauro nel corso dell’inverno, presumibilmente a inizio 2021, e incontri con esponenti della CEI sul tema della conservazione dei beni culturali.

Una particolare attenzione sarà riposta ai cartelami, pannelli per il periodo quaresimale risalenti al ‘600 e ‘700, esposti in primavera a Laigueglia e protagonisti di una mostra nell’Imperiese.

Presso la parrocchiale di Diano Arentino si terrà un convegno sugli scavi archeologici effettuati nell’area, ma anche altri luoghi oggetto di restauro diventeranno location di convegni per descrivere il lavoro svolto.

Alessandra Chiappori, eccellente “padrona di casa” nel lanciare i vari interventi sulla piattaforma virtuale, ricorda anche la parte “digitale” del progetto: è infatti  già attivo il sito formaelucis.com e i canali social Facebook e Instagram, che ospiteranno contenuti multimediali di vario tipo: storie e aneddotica sul patrimonio locale, foto e video dei luoghi di riferimento.

Alberto Sgarlato

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