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Eventi | 31 agosto 2020, 15:48

L'Associazione "Celesia" ripercorre la storia degli Ebrei a Finale Ligure tra Cinque e Seicento

Il saggio di Mario Berruti per l'Associazione Culturale Emanuele Celesia chiude la 25esima edizione della rassegna "Un libro per l'estate" a Finalborgo

L'Associazione "Celesia" ripercorre la storia degli Ebrei a Finale Ligure tra Cinque e Seicento

Martedì 1° settembre si conclude in bellezza l'edizione del venticinquennale di "Un libro per l'estate", la rassegna di Incontri con l'Autore curata dall'associazione Centofiori Eventi.

Sicuramente è il caso di dire "in bellezza", perché nonostante tutte le preoccupazioni legate al Covid-19 nulla ha impedito di avere un calendario di autori di alto livello in una cornice sempre suggestiva come quella dei Chiostri di Santa Caterina a Finalborgo.

La scelta del Plesso monumentale finalborghese al posto delle consuete piazze di Finalmarina e Varigotti si è resa imprescindibile per osservare le norme di contenimento del virus e di distanziamento interpersonale necessarie.

E veniamo dunque a questo ultimo appuntamento a calendario: Mario Berruti presenta il saggio "Gli Ebrei a Finale tra Cinque e Seicento", quaderno edito dall'Associazione Culturale "Emanuele Celesia" di Finale Ligure. L'appuntamento vedrà la presenza di Paolo Calcagno e Andrea Zappia, entrambi dell'Università di Genova.

Martedì 1° settembre, ore 21, Chiostri di Santa Caterina, Finalborgo.

Interessante notare che, per una singolare coincidenza, questo evento conclusivo di "Un libro per l'estate" cade proprio nella Settimana della Storia Ebraica a Genova e in Liguria.

Lo studio si propone una ricerca sulla presenza degli ebrei a Finale Ligure, e sulla loro attività finanziaria, tra la seconda metà del '500, a cui risalgono le prime notizie che siamo stati in grado di trovare, e la prima metà del '600. L'intolleranza che caratterizzò il difficile rapporto tra la comunità ebraica e le comunità liguri, soprattutto quella genovese, non trovò invece terreno nel Marchesato del Finale, che anzi considerò i Banchi dei pegni gestiti dagli ebrei un mezzo di finanziamento per il popolo e non solo. In questa pubblicazione troviamo pertanto le famiglie ebree che nell'arco di 60 anni vissero e lavorarono nel finalese, condividendo con la popolazione anche il terribile periodo delle epidemie di peste.

L'ingresso è gratuito, ma si ricordano le fondamentali norme che prevedono la sottoscrizione all'ingresso di un attestato di buona salute e l'uso della mascherina.

Redazione

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