Il bando di concorso pubblicato dal comune di Savona per ricercare un nuovo direttore del teatro Chiabrera, visto il pensionamento dell'attuale numero uno Roberto Bosi, sta facendo discutere il mondo politico e artistico savonese.
"Un passo verso l'innovazione. Un nuovo ciclo e il confronto con le migliori energie. A proposito del bando per la nuova direzione del Chiabrera. Siamo di fronte a una scelta importante e dirimente per le politiche culturali dei prossimi 20 anni. E' importante che questo passaggio non venga interpretato come una semplice sostituzione di personale, si tratta della programmazione delle politiche culturali di Savona dei prossimi anni. Il bando lascia un po' perplessi: si cerca in un'unica figura la competenza amministrativa di gestione e quella artistica di programmazione. A tempo indeterminato" spiega la capogruppo del Partito Democratico in consiglio comunale Elisa Di Padova.
"Ci sarebbe stata la possibilità di aprire un nuovo ciclo, ispirandosi a tanti diversi modelli di gestione di teatri civici in Italia. Perchè modelli che funzionavano molti anni fa oggi, con i cambiamenti nel panorama culturale italiano e internazionale e con le maggiori incombenze in ambito amministrativo, potrebbero risultare decisamente vincolanti per la vivacità culturale della nostra città. Una soluzione avrebbe potuto essere quella della ricerca, anche interna al Comune, di una figura amministrativa "pura" da una parte, e la selezione di consulenti, esperti di alta qualità a cui affidare la programmazione artistica e culturale. Una selezione per un numero limitato di anni a cui affidare e richiedere risultati misurabili sia in termini quantitativi che qualitativi" prosegue l'esponente dem.
"È un peccato che Savona si privi della figura di un direttore artistico, magari un nome di spicco inserito nel panorama nazionale che quindi in quel panorama possa fare dialogare e attivare collaborazioni di rilancio e crescita per Savona. Così fa La Spezia e così fanno altri, i modelli a cui ispirarsi sono molti. Speriamo che ci sia lo spazio per modificare questa impostazione. Il Teatro resti civico, certamente. Ma Savona ha fame di cultura e il Teatro è un'espressione importantissima delle sue politiche culturali: faccia un passo verso l'innovazione si apra alla città e al futuro in maniera dinamica" conclude Elisa Di Padova.