"L’emergenza Covid ha causato una contrazione dei traffici portuali senza precedenti concludendo un ciclo di eventi negativi che hanno segnato inesorabilmente gli ultimi due anni della storia portuale savonese. Molto deve essere ancora definito, ma inevitabilmente questa emergenza ha complicato la gestione delle problematiche portuali ancora presenti e gli effetti come sempre ricadono sui lavoratori".
Cosi commentano in una nota Franco Paparusso e Pier Francesco Bossi, segreteria Provinciale Uiltrasporti.
"L’applicazione della cassa integrazione Covid ‘riservata a quei datori di lavoro che nell’anno 2020 sospendono o riducono l’attività lavorativa per eventi riconducibili all’emergenza epidemiologica’, diventa spunto per alcune considerazioni. All’interno del porto di Savona-Vado Ligure la quasi totalità dei terminalisti applica questo ammortizzatore sociale straordinario ed è innegabile che il calo di lavoro giustifichi il suo utilizzo, quello che è incomprensibile è perché vengano utilizzati lavoratori di una cooperativa autorizzata art.16 quando i dipendenti dei terminal sono collocati in cassa integrazione covid, sottraendo turni lavorativi ai lavoratori dei terminal stessi e alla Compagnia portuale che è il soggetto autorizzato a gestire il lavoro temporaneo".
"Perché ricorrere ad altri quando i lavoratori del porto sono già adeguatamente strutturati per provvedere ai fabbisogni dei nostri scali? Tutto questo è fonte di disagio e produce un solo risultato che è quello di aggiungere elementi di divisione sociale tra i lavoratori che non possono fare altro che pensare a motivi riconducibili alla speculazione sul costo del lavoro".
"Chiederemo ufficialmente nei prossimi giorni l’intervento dell’Autorità di Sistema Portuale di Genova e Savona, affinchè si agisca in maniera decisa su questi comportamenti che non fanno altro che peggiorare le già precarie condizioni di tutti i lavoratori portuali" concludono Paparusso e Bossi.