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Attualità | 28 luglio 2020, 13:55

La Milano-Sanremo divide i sindaci del savonese: solo in 5 favorevoli al passaggio. E ora c'è chi teme per il transito della classicissima nel futuro

La gestione del traffico e degli assembramenti hanno preoccupato la maggioranza delle amministrazioni, anche se c'è chi ritiene questa come una vera "occasione persa" per il rilancio del turismo post Covid

La Milano-Sanremo divide i sindaci del savonese: solo in 5 favorevoli al passaggio. E ora c'è chi teme per il transito della classicissima nel futuro

Preoccupati per la gestione del traffico e degli assembramenti che potrebbero crearsi, eppure con un senso di amaro in bocca che accompagna scelte che possono apparire fortemente impopolari, specialmente se si interrompe una tradizione ultracentenaria.

Così i sindaci nella videoconferenza di questa mattina hanno espresso al Prefetto Antonino Cananà il proprio parere fermamente negativo al passaggio l'8 agosto della Milano-Sanremo sulla via Aurelia.

"C'è dispiacere per la manifestazione che è storica, ma non ci poteva essere giornata peggiore" sostiene con forza da Loano Luigi Pignocca. “A marzo, quando normalmente si corre la Milano Sanremo, il flusso di traffico non è certo quello dell’8 agosto - spiega il sindaco di Ceriale, Luigi Romano -. Non si può pensare in pieno agosto di gestire una situazione simile”. Anche il sindaco di Varazze, Alessandro Bozzano su questa linea di pensiero, sottolineando l'aspetto sanitario: "La Milano Sanremo è il fenomeno aggregativo per eccellenza, il problema degli assembramenti sarebbe importante e quindi c'e anche un rischio sanitario. Dispiace a tutti ma il momento è quello che è, non è pensabile una manifestazione di questo tipo ora".

"Abbiamo espresso parere negativo sin da subito sia per una motivazione di carattere gestionale relativa alla necessità di tanto personale adibito al controllo dei vari passaggi e della viabilità, sia per quanto riguarda la preoccupazione legata al Covid e quindi al rischio assembramenti - continua Pignocca -. Come tutte le cose un eventuale passaggio della corsa avrebbe avuto i suoi pro e i suoi contro, in questo caso però penso che i contro siano maggiori". Sui due piatti della bilancia però gli amministratori hanno dovuto mettere sia il cuore che la ragione, e quest'ultima ha avuto un peso specifico ben superiore.

A esporre le richieste dei colleghi è il vice sindaco vicario di Alassio, Angelo Galtieri: "La disponibilità dei Comuni era limitata a cinque, gli altri comuni costieri erano contrari. Non siamo in grado di dare le risorse umane necessarie, si parla di 700 persone tra Polizia Locale, altre Forze dell’Ordine, volontari, per presidiare la strada. La Federazione Internazionale non si rende conto di quale gravissimo ‘bollino nero’ potrebbe essere per noi l’8 di agosto, ma sia chiaro che si tratta solo, come ribadiamo, di una questione di logistica e di risorse umane. Nessuna pregiudiziale nei confronti di un evento sportivo importante come la Milano-Sanremo, una gara che amiamo e che fa parte della nostra storia”.

Un sentimento ben riassunto e ribadito dal sindaco di Andora, Mauro De Michelis: "Naturalmente è un grandissimo dispiacere non poterla accogliere sul nostro litorale. Se avessimo un aiuto in termini di uomini forse avremmo potuto provarci".

Un pensiero che fanno proprio anche il collega Ugo Frascherelli di Finale e Giancarlo Canepa di Borghetto: "Forse con la volontà da parte di enti di grado superiore si sarebbe potuta svolgere - afferma Frascherelli -, ma in queste condizioni come può un sindaco assumersi la responsabilità di dare il suo assenso senza le giusta sicurezza?". "Decisione di buon senso, mi dispiace solo che alla fine hanno dovuto dire la loro i sindaci quando già in partenza si poteva fare un ragionamento a monte, evitando di mettere noi sindaci in prima persona nella situazione di dire di no - rincara la dose Canepa -. Ha prevalso il buonsenso dettato dalla posizione ferma della maggior parte dei Comuni".

Secondo me è un’opportunità persa" E' invece il pensiero "controcorrente" del primo cittadino di Albenga, Riccardo Tomatis: "L’ho detto fin da subito, con un po’ di buona volontà si sarebbe potuta fare. Tra venti giorni da Nizza partirà il Tour de France e chiuderanno la Promenade des Anglais, una chiara dimostrazione di volontà di tutelare un evento. Per noi si sarebbe trattato di chiudere la strada per meno di un’ora addirittura con l’impegno degli organizzatori di sospendere la gara per qualsiasi urgenza. Ci sono venuti incontro in ogni modo possibile, se pensiamo di vivere di turismo, tra l’altro in una stagione così difficile come quella 2020, come possiamo accettare di rinunciare a uno spot di questa portata? Sono amareggiato ma come città di Albenga rinnovo la mia disponibilità”.

"Un'altra ennesima sconfitta per il nostro savonese, sono estremamente deluso - ha proseguito il sindaco di Albisola Superiore Maurizio Garbarini - poteva essere come sempre una ottima occasione per rilanciare il nostro territorio, per far vedere le nostre bellezze, visti i problemi degli ultimi mesi. C'e il rischio che ora non si corra più nel savonese".

Una preoccupazione condivisa comunque da favorevoli e da contrari, come hanno poi sottolineato De Michelis e pure il sindaco di Borgio Verezzi: "Partiamo dal presupposto che la data era sbagliata - dice Renato Dacquino - il nostro Comune non aveva alcun problema e l'ha detto in maniera chiara, ma la scelta della maggioranza dei colleghi sindaci del territorio è comprensibile. Mi sembra intelligente la soluzione di trovare un percorso alternativo".

Una soluzione caldeggiata da Andora, quest'ultima del percorso alternativo, ma soprattutto da Tomatis, che pur non risparmia qualche frecciatina: "Va detto che Albenga ha una situazione viaria più ricca e meno congestionata rispetto a quei comuni che hanno proprio solo l’Aurelia come unica arteria. Mi ero fatto promotore persino di una proposta alternativa in Val Bormida, ma anche in quell’area non ho visto entusiasmo da parte dei sindaci. In ogni caso non voglio entrare nel merito, saranno i pubblici amministratori a esprimersi. Ad esempio all’altezza di Ovada, prima di affrontare il Turchino, si potrebbe svoltare verso la Val Bormida, attraversando Bardineto e sfociando a Carpe di Toirano, tutelando il chilometraggio esatto previsto da una gara World Tour. In questo modo la nostra provincia sarebbe toccata solo da Ceriale ad Andora. La vedo come potenziale ipotesi percorribile. Un’altra sarebbe il Col di Nava fino a Imperia, ma ci taglierebbe fuori e mi spiacerebbe molto. Del resto se solo 5 Comuni su 19 hanno dato parere positivo, bisogna accettare la volontà della maggioranza”.

 

Redazione

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