Imparare a litigare è possibile!
Lo ripeto come un mantra prima di entrare in aula per una formazione e affrontare 15 insegnanti alle quali mi appresto a dire che litigare fa bene. Sono intimorita perchè in questo clima sociale di ricerca del colpevole, di tinte forti, di alternarsi del concetto di bianco o nero, di causa /effetto, di io /contro te, proporre un punto di vista differente non è facile. Inoltre l'idea di “formare” insegnati che sicuramente, mi dico, avranno bisogno di “risolvere” i litigi, di trovare i Bulli e punirli mi mette in apprensione. Mentre faccio i conti con le mie paure, si presentano le mie riminiscenze scolastiche e famigliari sul tema del conflitto ( “In questa classe non si litiga” “ha 10 in comportamento non litiga mai con nessuno” “Una brava bambina porge l'altra guancia e fa la pace”). Infine mi torna a memoria quanto sento dire spesso quando interagisco con insegnanti per lavoro (conduco laboratori di ascolto attivo per ragazzi): “Questo ragazzo è un violento ormai...” “Occorre dare una punizione esemplare” “In classe non si litiga, dovete fare la pace”. Ecco, più questo scenario si palesa, più mi rendo conto che quanto appreso sul “Metodo Litigare bene” mi verrà in aiuto. Prendo fiato e distanza da tutto ciò e mi dico: il metodo Litigare bene funziona! ed entro in aula.
Perchè funziona il Metodo Litigare bene? Ho pensato che prima di formare loro dovevo fare una revisione del perchè per me aveva funzionato. A casa mia si diceva che non si doveva litigare, che dovevo essere buona, che dovevo fare la pace. Io lo facevo, mi ricordo benissimo! Mi ricordo la gioia che provavo quando i “grandi” mi dicevano che ero una bambina buona. Tutto a posto. Non si litigava. Gli adulti erano contenti di esibire me bambina come“esempio di carità e bontà”
Certo io avevo intrapreso un cammino verso la “beatificazione” ma... C'è un “ma” in questa storia, la santità spesso si collega con il martirio e per me il martirio c'èra. L'altra faccia della bambina buona era la bambina isterica. La bambina isterica e isolata che, non potendo litigare, non diceva mai la sua versione dei fatti e coltivava rancori e fastidi epocali. La bambina buona che non entrava mai in conflitto e nemmeno in una “sana relazione”. Inoltre la rabbia era per me doppia, ovvero quella di non poter litigare in santa pace e quella di “subire” i litigi che gli adulti perpetravano nella mia casa. Adulti ignari del fatto che la “bambina santa” avesse le orecchie che funzionavano bene. Non avevo avuto la possibilità di litigare ed entrare in relazione con gli altri in modo autentico e accrescitivo. Mi sono avvicinata al tema del conflitto, frequentando il corso “So-stare nel conflitto” (del Centro psico pedagogico per l'educazione e la gestione del conflitto) sentivo l'esigenza di affrontarlo, il conflitto, maneggiarlo, riformularlo operativamente con nuove modalità nuovi apprendimenti.
L'idea che si possa imparare a Litigare bene, è straordinaria, riapre la possibilità personale e sociale di “trasformare” il conflitto in relazione.
Conflitto è una parola che richiama tanti significati appresi nei nostri ambiti sociali, scolastici e famigliari. Sono cresciuta sentendo narrare della Guerra fredda. Si aspettava da un momento all'altro che scoppiasse il “conflitto”. Ho sentito parlare per anni di conflitto Mediorientale. Spesso il termine conflittto si è intrecciato con guerra. Guerra con pacifismo, una forma di “lotta “ per bloccare il conflitto. Tanta confusione: guerra? Conflitto? Pace? Difficile all'inizio pensare che “confliggere” (litigare) potesse essere una forma di apprendimento “naturale”.
Una gran confusione mi impediva la pratica del litigio senza interferenze e per fini relazionali.
Quali resistenze si incontrano? Quali resistente mettiamo in atto verso il conflitto?
Nel primo capitolo, del libro “Litigare con metodo “ di Daniele Novara e Caterina Di Ghio, dal titolo “Litigare è un antidoto – chiarire la confusione”, si parla di “....fare chiarezza nella confusione terminologica che, in particolare in Italia, mescola e associa parole come <violenza>, <guerra>, <litigio>, <contrasto>, <prepotenza> e così via, assegnandole a un'unica area semantica negativa, come se appartenessero alla stessa matrice comportamentale. Ma come è possibile chiamare <conflitto> la guerra in Afganistan e mettere sullo stesso piano una violenza che uccide quasi duemila e ottocento persone in un anno con quello che , ad esempio, è anche lo scontro tra due vicini che litigano per il posto macchina?.....”
Sappiamo poi che l'uso di termini produce effetti retroattivi sia sui vissuti che i comportamenti personali. Immagino allora tutte le volte che definiamo un bambino che si infuria e urla come un matto quando perde giocando in cortile come violento, confondendo e non riuscendo a cogliere la differenza tra le sue urla arrabbiate e la sberla che lo mette a tacere.
Quindi c'è differenza, tra conflitto, litigio e violenza? Una prima chiarezza si può fare.
La proposta del metodo Litigare Bene è quella di fare una prima chiara distinzione tra violenza e conflitto. Questa interferenza lessicale crea i nostri imprinting culturali sul conflitto. Se poniamo il conflitto su un piano relazionale e la violenza su un piano di danneggiamento intenzionale dell'altro, molto si chiarisce. Il conflitto è legittimo, la violenza no. Un conflitto riguarda la relazione in cui due persone sono in disaccordo rispetto a qualcosa. Il focus si sposta sul problema e non sull'eliminazione dell'altro.
Con questi presupposti diventa molto importante che si possa imparare presto a litigare. Restituendo questa possibilità ai bambini e le bambine, si restituisce a loro il diritto a confrontarsi, a non essere d'accordo, a poter comunicare le proprie emozioni. Insegnare a Litigare sopratutto per i bambini è il vero antidoto alla violenza esterna, interna e agita. Il conflitto non è la guerra ma ne è la soluzione.
Bene c'è speranza. Abbiamo compreso cos'è un conflitto, cosa succede, cosa ci attiva.
Ora come si affronta? Si può gestirlo? Per gestirlo bene è richiesto un salto mortale (scherzo) che ci faccia considerare il CONFLITTO, da oggetto da correggere a correttore delle relazioni. Un passaggio che ci consenta di dirci: Io e te abbiamo un problema. Nessuno di noi è colpevole ma ciascuno di noi ha contribuito al problema. Se abbiamo un conflitto, il problema non è l’altra persona.
Perché imparare a litigare bene da piccoli serve tutta la vita? Perchè consente ai bambini di costruirsi una soggettività che includa gli altri e i legami con gli altri. Il litigio, come il conflitto, è un’esperienza di limite e di regolazione. Mi confronto con te che sei diverso da me, mi rispecchio, mi differenzio, sperimento la mia particolarità, la mia sostenibilità nella relazione in quel determinato momento e nella contesa. Il metodo Litigare bene, semplice ed efficace con 4 passi “pratici” mette in atto un cambiamento concreto e migliora la convivenza in classe e non solo. Quattro passi che mettono in moto un nuovo modo di vedere la realtà, che attivano una competenza che aiuta l'adulto (insegnante e genitore) a prendersi il tempo per poter osservare senza pregiudizio, ad accompagnare alla crescita il proprio alunno/alunna/figlio/figlia con la fiducia nelle sue possibilità, e aiuta l'alunno/alunna/figlio/figlia a poter sperimentare la propria originalità, oltre il narcisismo, relazionandosi con con l'altro.
Concludo augurandoci di:
Crescere insieme, imparare con gli altri, avere guide/facilitatori dell'apprendimento che accompagnano all'autonomia e al rispetto.
Crescere nella sostenibilità reciproca, con la fiducia della parola.
Crescere pensando di essere umani e responsabili,
crescere con strumenti “evoluti” di consapevolezza personale e sociale.
Crescere creando luoghi di scambio, rispettoso dove il conflitto è gestibile e la violenza riconosciuta.
Buon litigio a tutti.
“LE PAROLE SERVONO A LITIGARE SENZA FARSI MALE”
(un bambino di Reggio Emilia)
Il metodo litigare bene è stato ideato da Daniele Novara del Centro psicopedagogico per l'educazione e la gestione del conflitto
per sapere di più sul metodo Litigare bene: https://cppp.it/per-scuole-e-insegnanti/elenco/il-metodo-litigare-bene
Bibliografia
Litigare fa bene. Insegnare ai propri figli a gestire i conflitti, per crescerli più sicuri e felici
di Daniele Novara
L'Autrice di questo articolo:
Monica Maggi, sono un counsellor ed un operatore culturale e sociale, esperto in organizzazione e servizi a supporto dell'impresa culturale, formatrice territoriale del metodo litigare bene ideato da Daniele Novara del Centro psicopedagogico per l'educazione e la gestione del conflitto.
Ho un'esperienza di 25 anni di lavoro nella società I.C.S. idee per la comunicazione e lo spettacolo nel campo dell'organizzazione, gestione, promozione e ideazione di iniziative e manifestazioni per enti pubblici (turismo, cultura, sport, sociale). Come libero professionista collaboro con diverse associazioni per consulenze organizzative e promozionali,
Organizzo e conduco laboratori di ascolto, mediazione, artistici, conduzione per la formazione del gruppo (classe, associazione, impresa), tutoring e azioni di counselling.
Sono socia fondatrice delle Associazioni IMMAGINAFAMIGLIE e APS #COSAVUOICHETILEGGA?