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Attualità | 03 luglio 2020, 09:27

Ospedali Albenga e Cairo, Cgil: "Meno parole e più fatti dalla politica regionale. Bloccare subito percorso di privatizzazione"

"Non ci sono ancora risposte per il ripristino dei servizi" attaccano dal sindacato

Ospedali Albenga e Cairo, Cgil: "Meno parole e più fatti dalla politica regionale. Bloccare subito percorso di privatizzazione"

"Ancora nessuna risposta concreta della Regione Liguria, di Alisa e Asl alle tante, tantissime lacune del sistema sanitario Ligure e savonese. Non ci sono ancora risposte per il ripristino dei servizi degli ospedali di Cairo Montenotte e Albenga. Registriamo anche l’assenza dell’assessore Sonia Viale". Cosi commenta in una nota la Cgil Savona in merito all'audizione avuta con Regione, Alisa e i sindaci del territorio. 

"Il primo grave errore commesso in questa pandemia è stato senza alcun dubbio quello di sottovalutare la situazione, che era obiettivamente prevedibile per chi dovrebbe avere le sorti del Paese in mano. In primis, si dovevano proteggere immediatamente gli ospedali e il personale medico e paramedico. Se un ospedale si infetta non è più in grado di curare non solo i pazienti affetti da Coronavirus ma anche i malati di tumore, i cardiopatici, i diabetici e chi ha bisogno di cure specifiche. L’Italia ha avuto tantissimi morti per Coronavirus, molti in più rispetto a tutti gli altri Stati europei, perché i tagli alla sanità sono stati deleteri". 

"Il modello della sanità italiana ha evidenziato inoltre quanto favorire la sanità privata a discapito di quella pubblica sia stato il più grande errore che si potesse commettere, un errore che oggi paghiamo a caro prezzo. Occorre restituire centralità e omogeneità al Sistema Sanitario Nazionale al fine di recuperare una visione di insieme, superando così l’attuale frammentazione in cui versano i servizi sanitari regionali. In tutto il paese sono oltre 20 e diversi tra loro" prosegue il sindacato.  

"La Liguria non è certo un modello da seguire anzi, in questi anni ha subito tagli incredibili dalla politica regionale e scommesso sul privato . Strategia che si è rivelata profondamente sbagliata. In questa emergenza sanitaria, siamo stati secondi solo alla catastrofe Lombardia per numero di contagiati e di morti in percentuale alla popolazione , ma che già prima aveva mostrato una fragilità drammatica". 

"Per questo è urgente e non più rinviabile stoppare da immediato il percorso di privatizzazione degli ospedali di Cairo Montenotte ed Albenga, così come avevamo chiesto come Cgil fin dall'inizio di questa vicenda. Avevamo ragione. Ma questo non basta. Servono meno parole e più fatti dalla politica regionale. Tra poco ci saranno le elezioni regionali, penso che i cittadini liguri, soprattutto savonesi debbano sapere adesso, quali scelte sono intenzionati a fare sulla sanità i candidati". 

"Sapendo che l'attuale presidente e amministrazione regionale una strategia precisa per il futuro già ce l'hanno; privatizzare parte della sanità pubblica e tre ospedali - Cairo Montenotte, Albenga e Bordighera, smembrando presidi territoriali fondamentali per migliaia di persone. Il nostro territorio ha necessità di risposte concrete dalla politica , indipendentemente dalle appartenenze. Le responsabilità del decadimento economico, sociale ed infrastrutturale della Liguria e soprattutto della nostra provincia sono decennali e riguardano la destra come la sinistra". 

"Lo si deve ai cittadini, e lo si deve ai tanti medici, infermieri, operatori sanitari , lavoratori e lavoratrici delle mense e delle pulizie ospedaliere, che in questi mesi hanno lavorato in condizioni drammatiche salvando vite umane e talvolta perdendo anche la vita o ammalandosi , garantendo comunque nella piena disorganizzazione di Alisa e della Regione Liguria le cura e l'assistenza a tante, tantissime persone grazie alla loro professionalità, senso del dovere e rispetto per il proprio lavoro - conclude - Occorre personale, più personale, questa è un’ovvietà, ma bisogna soprattutto cambiare la visione della salute. La politica sta pensando ai numeri, a far tornare i conti e invece deve pensare alla cura del cittadino e dell’operatore sanitario". 

Comunicato stampa

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