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Attualità | 27 maggio 2020, 15:25

Savona, sindacati in videoconferenza con la Prefettura: "Ci vuole un coordinamento territoriale per guidare le imprese nella riapertura"

L’occasione infine è stata utile per segnalare, i ritardi con cui vengono pagati gli ammortizzatori sociali e gli effetti che gli stessi stanno determinando sul tessuto sociale

Savona, sindacati in videoconferenza con la Prefettura: "Ci vuole un coordinamento territoriale per guidare le imprese nella riapertura"

Si è tenuta nella mattinata odierna in videoconferenza con la Prefettura l’attesa riunione per affrontare la gestione della ripartenza nel rispetto delle normative e delle disposizioni vigenti per il contenimento del contagio.

L’incontro che, oltre a quella del Prefetto e del Presidente della Camera di Commercio, ha registrato la partecipazione della quasi totalità dei rappresentati delle associazioni dei datori di lavoro, delle organizzazioni sindacali e dei responsabili degli organi ispettivi e di controllo, ha confermato l’esigenza di un forte coordinamento territoriale finalizzato a guidare le imprese nel complesso percorso di riapertura nel rispetto delle disposizioni anti-contagio.

Non sono mancate numerose segnalazioni in merito alla necessità di una maggiore chiarezza normativa che, a causa di provvedimenti non sempre coerenti tra i vari livelli legislativi, da un lato, scoraggia ovvero complica la fase di ripartenza delle imprese e, dall’altro, disorienta i cittadini, i clienti ed i potenziali turisti. Dalla riunione è comunque emersa la disponibilità da parte della Prefettura e degli organi di controllo territoriali a confrontarsi, nel rispetto della propria autonomia e delle proprie finalità, con i rappresentanti del mondo del lavoro per monitorare le difficoltà e per individuare possibili soluzioni che favoriscano la ripresa superando l’esclusivo ruolo sanzionatorio.

È stato ribadito che la difesa della salute dei lavoratori, degli imprenditori, dei clienti e dei cittadini non rappresenta un bene un negoziabile e che, per tale motivo, la cosiddetta fase 2 deve essere affrontata con sano ottimismo ma con adeguata cautela.

Rispetto alle verifiche ispettive in corso in questi giorni, CGIL, CISL e UIL hanno chiesto di ripartire da quelle aziende e da quei settori per i quali, attraverso l’azione delle proprie federazioni di categoria, sono state presentate specifiche denunce quali ad esempio ASL, RSA ed alcuni istituti bancari. L’occasione infine è stata utile per segnalare, ancora una volta, i pesanti ritardi con cui vengono pagati gli ammortizzatori sociali e gli effetti che gli stessi stanno determinando sul tessuto sociale.

Comunicato Stampa

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