Il movimento "Risorgiamo Italia" anche ad Alassio, così come in tanti Comuni italiani, questa mattina ha compiuto il "rituale" della consegna simbolica delle attività commerciali cittadine al Comune.
Questa è la "seconda tappa" di una manifestazione di protesta condotta in modo civile, persino suggestivo, senza toni urlati e senza polemiche, ma semplicemente rendendo noti i disagi di una categoria, quella del commercio e del turismo, messa in ginocchio dalla quarantena legata al Coronavirus.
La prima tappa, lo ricordiamo, si è svolta ieri sera (ad Alassio ma, per esempio, anche a Loano e Savona): luci accese in tutte le attività e serrande alzate per far sentire la voglia di essere vivi.
Nella Città del Muretto tutto è partito dalla coesione tra i commercianti di Borgo Barusso (circa una trentina di attività) ma, grazie a un tam-tam sui social e la messaggistica, altri imprenditori (ad esempio i titolari del "Sol Ponente") hanno aderito portando l'iniziativa in varie zone cittadine, con un effetto finale di grande impatto.
Il gesto delle chiavi di oggi è molto semplice, come spiegano i promotori: "Cari Governanti di ogni ordine e grado, dal Comune, alla Regione, al Parlamento di Roma, se pensate davvero che sia facile portare avanti un'attività tra mille decreti e divieti come quelli che si stanno moltiplicando in questi giorni... Ok. Ecco le chiavi. Provateci voi".