"Abbiamo ricevuto la Vostra comunicazione del 30 marzo; condividiamo la necessità di fare con rapidità quello che serve in questa fase e, siamo anche convinti, della necessità di pianificare per il futuro interventi adeguati a queste emergenze. Indispensabile mettere insieme, per il bene comune, competenze, risorse e informazioni disponibili". Inizia così la risposta di Renato Dacquino, sindaco di Borgio Verezzi, e di tutta l'amministrazione borgese ai consiglieri Luciano Galletto e Renzo Locatelli. Proprio i due esponenti della minoranza avevano infatti scritto al primo cittadino (leggi QUI) per esortarlo a intervenire in merito alla possibile riapertura dell'ex Mios, struttura attualmente in disuso all'interno dell'ospedale Santa Corona, per garantire ulteriori spazi alla sanità ligure attualmente impegnata nell'emergenza Coronavirus.
"La nostra Amministrazione ha vissuto e vive sul campo questi giorni (in collaborazione con le forze impegnate in questa guerra, a vari livelli) e, in particolare, su questo argomento conosce la situazione - continua Dacquino - ha letto le varie proposte, si è confrontata con operatori sanitari, colleghi amministratori e cittadini. A seguire una sintesi del pensiero che abbiamo elaborato".
"La Asl 2, a seguito della grave situazione che si stava verificando in Lombardia, Veneto e Piemonte, ha predisposto in 'urgenza' una procedura aziendale - prosegue il primo cittadino - Tale procedura, che nella sua redazione ha visto coinvolti tutti i Direttori dei Dipartimenti Ospedalieri e Territoriali della Asl, ha avuto come scopo principale quello di gestire in tempi strettissimi i pazienti affetti dalla forma virale, e per far ciò si è preferito riconvertire alcuni reparti presso il Santa Corona e il San Paolo, oltre all'intero Ospedale di Albenga. Bene anche evidenziare che sono state tenute come possibili riserve 'di aree rianimatorie' tutte le Sale Operatorie del Santa Corona. Questa importante operazione, insieme alla diminuzione contemporanea delle prestazioni non urgenti, ha permesso, nella nostra provincia, di rispondere in modo concreto al diffondersi del virus".
"Al momento, pur in una situazione complicata e grazie all'impegno degli operatori sanitari, non si sono riscontrate grosse criticità nella gestione dei pazienti affetti da Covid-19, semmai le criticità si sono verificate per la mancanza degli idonei dpi - aggiunge ancora il sindaco di Borgio Verezzi - Questo si, ma si è trattato di un problema nazionale, purtroppo. Alla luce della situazione attuale e dei progetti futuri, esprimiamo quindi molta cautela sull'utilizzo dell'ex padiglione Mios in questa fase emergenziale e anche dopo. Cautela perchè il padiglione non è più in funzione da circa dieci anni (in quel tempo il Mios fu trasferito ad Albenga) e oggi è svuotato di tutto (letti, attrezzature, macchinari ecc…), e soprattutto, non è più operativo il sistema di trasmissione dei gas medicali e la normale riattivazione dell’acqua (ora chiusa) dovrebbe avvenire tramite un ripetuto 'shock termico' (problematica legionella e non solo) da effettuarsi secondo procedure standard. Non meno importante la pulizia e la sostituzione di tutto il sistema filtrante e di condizionamento dell’intera struttura".
"Infine la problematica legata alla 'logistica' - afferma Dacquino - ovvero: questi pazienti necessitano, fra le altre cose, di effettuare alcune diagnostiche radiologiche (lastra torace e TAC) che non sono presenti nel padiglione in oggetto; mentre, nell’organizzazione che si è data la Asl, i pazienti, in tutti e tre gli ospedali dedicati, possono accedere alle diagnostiche con percorsi dedicati (sicuri). Pensiamo questo perché in caso di utilizzo dell’ex padiglione Mios, i pazienti, per eseguire le sopra citate diagnostiche radiologiche, dovrebbero ogni volta essere caricati sulle varie ambulanze (dopo opportuna sanificazione) e trasportati alle varie radiologie. In questo caso sarebbero messi a rischio 'esposizione' molti altri operatori tipo barellieri, autisti ecc... Inoltre, in caso di intervento urgente, il rianimatore che è presso l’area di emergenza-urgenza del Pronto Soccorso, sarebbe 'fuori zona'. La scelta fatta dai referenti della nostra sanità è legata all'efficacia, alla rapidità d'azione e alla logistica; non è stata fatta per razionali economici. Ricordiamo inoltre che la struttura ex Mios verrà a breve dedicata ad una realtà altrettanto importante per il nostro territorio, diventando un Hospice, unico pubblico in tutta la nostra provincia".
"Le future battaglie in caso di pandemie potranno essere risolte in maniera favorevole solo con una visione strategica a livello mondiale; organizzando i sistemi di ricerca, di prevenzione e di cura in modo adeguato. È giusto continuare ad avere alta attenzione a tutto il nostro territorio; solo così, con provvedimenti e comportamenti adeguati, si ferma la diffusione del contagio. In caso contrario, anche il duplicare i reparti ospedalieri potrebbe non bastare. Ognuno deve fare la sua parte" conclude infine il sindaco a nome di tutta l'amministrazione comunale.