Attualità - 24 marzo 2020, 15:20

Coronavirus, benzinai pronti a scioperare dalla notte di mercoledì 25 marzo

Chiuderanno da mercoledì notte in autostrada , compresi raccordi e tangenziali, per poi proseguire nei giorni successivi lungo la viabilità ordinaria

Coronavirus, benzinai pronti a scioperare dalla notte di mercoledì 25 marzo

Chiuderanno da mercoledì notte in autostrada, compresi raccordi e tangenziali, per poi proseguire nei giorni successivi lungo la viabilità ordinaria.

I benzinai hanno deciso di incrociare le braccia e chiudere gli impianti di rifornimento carburanti come annunciato in una nota dei sindacati i quali hanno sottolineato le difficoltà dei gestori di tutta Italia.

"Correremo il rischio dell'impopolarità e dei facili strali lanciati da comode poltrone, ma davvero non abbiamo né voglia, né la forza per spiegare o convincere delle solari ragioni che ci sostengono. - spiegano i sindacati Faib (Confesercenti), Fegica (Cisl), Figisc/Anisa (Confcommercio) - Chi volesse approfondire può chiedere conto a Governo, concessionari autostradali, compagnie petrolifere e retisti indipendenti: a ciascuno di essi compete fare per intero la propria parte se si vuole assicurare la distribuzione di benzina e gasolio".

"In un Paese che, malgrado i limiti strutturali e l'assoluta drammaticità della situazione, cerca e spesso trova il modo per far scattare meccanismi di solidarietà, c'è una categoria di persone, oltre 100mila in tutta Italia, che, senza alcuna menzione, ha finora assicurato, senza alcun sostegno né di natura economica, né con attrezzatura sanitaria adeguata, il pubblico servizio essenziale di distribuzione di energia e carburanti per il trasporto di beni e persone. 100mila persone che hanno continuato a fare il loro lavoro (ridotto mediamente dell'85%) a rischio della propria incolumità e mettendo in pericolo la propria salute, presidiando fisicamente il territorio, rimanendo dove sono sempre state e dove ogni cittadino di questo Paese è abituato a trovarle ogni giorno, vale a dire in mezzo alla strada" - proseguono.

"E forse, proprio per questa ragione, queste 100mila persone risultano essere letteralmente invisibili, presenza data per scontata, indegna persino di quella citazione che di questi tempi non si nega a nessuno. concludono Noi non siamo certo eroi, né angeli custodi. Ma nessuno può pensare di continuare a trattarci da schiavi, né da martiri. - concludono Faib (Confesercenti), Fegica (Cisl), Figisc/Anisa (Confcommercio) - Siamo persone con famiglie da proteggere, cittadini tra gli altri che sanno di dover assolvere ad una responsabilità di cui non si vogliono spogliare, ma a cui non può essere scaricato addosso l'intero carico che altri soggetti, con ben altri mezzi, disponibilità economiche e rendite, si ostinano ad ignorare".

"Diciamo che preventivamente, senz'altro i distributori che serviranno determinati mezzi come ad esempio quelli di soccorso, di emergenza e delle forze dell'ordine, qualcuno saranno aperti, un precettamento della Prefettura ci sarà. Al momento non abbiamo nessuna certezza, non ho ancora ricevuto la comunicazione" spiega Enrico Rebagliati, presidente della Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali Carburanti.

 "Sentito il riscontro dei nostri associati, il quadro della situazione per il nostro settore a livello provinciale è il seguente - aveva spiegato ieri il presidente della FIGISC - riguardante un sondaggio fatto tra i nostri iscritti della rete stradale della provincia di Savona questa mattina, nel quale è uscito fuori un "quadro" assai preoccupante; Pur essendo la nostra attività, tra quelle previste dal DPCM 22 marzo 2020, art. 1 lettera e) e precedenti, gli erogati di carburante, di riflesso, risentono della riduzione dei mezzi in circolazione dovuti al divieto imposto. Nella nostra provincia questo difficile momento, ha portato ad una contrazione delle vendite stimabile dal 70 all'80 % in meno, rispetto ad i normali trend lavorativi, che non sono sufficienti a coprire le spese vive delle stazioni di servizio. Senza tralasciare l'importanza della salvaguardia della propria salute e quella dei collaboratori, al fine di contrastare la diffusione del Coronavirus, noi continueremo a garantire un servizio essenziale con il presidio degli impianti, auspicando che a breve, a livello nazionale, ci sia un intervento economico ad hoc per la nostra categoria".

"In una nota inviata al Presidente del Consiglio dei Ministri - continua il presidente savonese della Figisc - al Ministro sia dell'Economia e delle Infrastrutture da parte dei colleghi della rete autostradale, è stato fatto presente la mancanza di ogni presidio atto a contrastare la diffusione del contagio (con rischi preoccupanti per i Gestori, gli addetti e la clientela che per necessità inderogabili percorre l’autostrada) in evidente inadempimento delle norme introdotte per l’emergenza, sottolineano che i Gestori si trovano nella condizione – nella loro situazione di micro imprese – di dover presidiare – 24 ore su 24 – un sedime lungo il quale il traffico è sostanzialmente azzerato. Infatti, mentre da una parte la definizione di volume di affari (nel caso di specie 2 milioni di euro) viene assunta considerando il fatturato al netto del prezzo riconosciuto al fornitore (oltre il 60% del prezzo è costituito da imposte), in sede di applicazione si evita di citare la norma che definisce questa casistica (art. 18 c. 10 Dpr 600/73) provocando, con tale atteggiamento, l’inapplicabilità della norma ed aumento dei contenziosi amministrativi, come non abbiamo mancato di far rilevare. A fronte di questa condizione di “manifesta sofferenza” le compagnie “affidatarie del servizio” hanno girato la testa dall’altra parte e le società Concessionarie hanno mantenuto il più colpevole dei silenzi".

Luciano Parodi

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