Videolezioni sulla Rivoluzione francese, questionari da compilare tramite app, compiti da condividere su Google Drive. Questa è la scuola, rigorosamente 3.0, ai tempi del Coronavirus. E se ancora non tutti gli istituti sono così smart, devono adeguarsi, per non restare indietro e soprattutto non rallentare i programmi.
E se infatti sono 1400 i docenti che, grazie al progetto Liguria Digitale, si sono attivati in questi giorni per fare lezioni a distanza, c’è chi già dall’inizio della settimana scorsa ha usato direttamente i propri strumenti tecnologici per non fare perdere altro tempo agli alunni e fare sentire loro la presenza della scuola. Si tratta dell’I.C. Voltri I, che comprende asilo, primaria e medie. In particolare è la secondaria a Mele a essere un esempio virtuoso dal punto di vista tecnologico, in quanto già dal 2011 il sindaco, Mirco Ferrando, ha attivato il progetto di scuola digitale Tecnoclasse.
“In questa circostanza siamo partiti avvantaggiati– spiega la docente Elisa Dagnino – in quanto tutti i ragazzi hanno il tablet, abbiamo la casella di posta elettronica della scuola e gli archivi di Google Drive”. Il che significa, quindi, poter condividere, tramite mail e Dropbox, tutorial e link per fare gli esercizi da casa. E “Avendo creato il canale Youtube per ogni classe, possiamo mandare le nostre videolezioni, come ho fatto con storia, caricando un video da integrare a quello che i ragazzi hanno già presente nell’apparato del libro di testo, che è impostato per il digitale”.
E poi naturalmente tramite le varie app i docenti di tutte le materie possono impartire i compiti o fare delle verifiche: “La collega Teresa Piccardo di tecnologia ha impostato su EdPuzzle dei questionari: si possono caricare materiali di diverso tipo e predisporre le domande, in modo che mentre i ragazzi svolgono gli esercizi, si vede l’avanzamento del lavoro e che tipo di risposte hanno dato, e si può mandare loro un feedback”.
Tra l’altro l’insegnante di tecnologia Piccardo è anche la formatrice didattico-digitale dei colleghi, che in tutto l’I.C. Voltri I devono adeguarsi alla tecnologia in classe. Infatti, in un momento come questo, “l’idea è di estendere il sistema a tutte le classi – continua Dagnino – per cui stiamo cercando di fare videoconferenze, usando piattaforme come Skype, perché, come vuole la preside Caterina Bruzzone, bisogna cercare di coinvolgere il più possibile nella didattica digitale anche la primaria e tutta la secondaria, ma per farlo occorre che tutti i docenti siano formati”.
E intanto hanno iniziato a usare il registro elettronico con le diverse funzioni e “nella scuola primaria l’animatore digitale, per creare l’indirizzo mail di classe su cui fare pervenire il materiale agli alunni e riavere la documentazione dei compiti svolti”.
Inoltre si è pensato anche di implementare l’uso di alcune app, già utilizzate nella secondaria di Mele, come Padlet e EdPuzzle, Google drive e le learning apps per fare esercizi attraverso il gioco.
La scuola, infine, sta cercando di attivare la piattaforma Google Suite, un pacchetto di applicazioni che serve per archiviare materiali con Google Drive, fare “lezione” con Google Classroom, in un ambiente virtuale chiuso e protetto per condividere materiali e iniziare discussioni, e mandare questionari con Google Moduli.
Insomma, tanti strumenti a disposizione per facilitare l’apprendimento in un momento d’allarme, purché i docenti vogliano imparare a usarli. “Un aspetto positivo della situazione in cui ci troviamo – commenta Dagnino - è che la scuola dovrà fare per necessità un passo avanti dal punto di vista della tecnologia, e, anche quando sarà finita l’emergenza, ci saranno delle ricadute positive, e i docenti, che si saranno dovuti adeguare e mettere alla prova, capiranno che la tecnologia non è poi così difficoltosa da usare a scuola”.
Tanto più che molte scuole, come questa, avevano fatto anche lo stop di didattico di febbraio: “Siamo fermi quasi da un mese, per cui l’idea è stata quella di istituire da subito un collegamento con i ragazzi, senza lasciarli soli, e attrezzandosi il più possibile. C’è il problema della valutazione – conclude l’insegnante - ma se mi inviano un testo in word o una foto posso dare un giudizio. Certo, la valutazione vera e propria sarà fatta in presenza quando rientreremo, ma intanto vedo chi lavora, chi legge le mail e scarica i video”.
Quindi buona lezione e buono studio.