"Ho chiesto al Commissario per il Green Deal Frans Timmermans un impegno dell’Unione Europea a valutare il tema della plastica con un approccio pragmatico e non ideologico affinché questa importante filiera produttiva sia tutelata e non demonizzata a priori. Un approccio ideologico al Green Deal rischia infatti di presentare un conto insostenibile per le nostre imprese e i nostri lavoratori, un conto che i cittadini e le economie europee non vogliono né possono pagare".
Lo ha dichiarato l’europarlamentare Isabella Tovaglieri (Lega) dopo l’incontro con il Vicepresidente della Commissione europea e Commissario per il Clima Frans Timmermans nell’ambito dei lavori della Commissione ITRE (Industria, Ricerca, Trasporti) del Parlamento europeo dedicata al tema del Green Deal.
L’eurodeputata ha portato sul tavolo di Bruxelles le preoccupazioni del mondo imprenditoriale lombardo e varesino per la tenuta del settore industriale della plastica, già pesantemente penalizzato dalla plastic tax introdotta dal Governo che, ha sottolineato Tovaglieri, "non solo non contribuisce all’ecologia e all’economia circolare, ma colpisce ingiustamente una filiera importante che deve invece essere aiutata nella ricerca di soluzioni a minore impatto ambientale, una filiera che peraltro è già più sostenibile ed etica rispetto a quelle di Paesi terzi che non rispettano i vincoli ambientali. Per quale motivo – ha chiesto infine Tovaglieri al Commissario Timmermans - dobbiamo danneggiare il nostro comparto rischiando di essere invasi da prodotti molto meno green provenienti dall’estero?".
Isabella Tovaglieri ha ricordato che, con le sue 500 imprese, l’industria degli articoli in materie plastiche e gomma della provincia di Varese è uno dei settori più produttivi e più rappresentativi del tessuto economico nazionale e lombardo. La provincia è infatti terza in Italia per numero di addetti, oltre 14mila, e quarta per esportazioni, pari a 900 milioni di euro.
"Ulteriori penalizzazioni di questo settore – ha concluso Tovaglieri – danneggerebbero pesantemente l’economia, il lavoro, i consumatori e lo stesso ambiente che si vorrebbe difendere, facendo naufragare la competitività di un settore strategico della manifattura italiana".