“Tiny people, big problems”. Tradotto: “Piccole persone, grandi problemi”.
Eh già, se pensiamo a noi esseri umani in relazione alla vastità del pianeta, siamo poco più che granelli di sabbia sparsi per il mondo. Eppure, noi minuscoli uomini e donne riusciamo a fare danni enormi alla biosfera che ci accoglie, in ogni modo possibile, ma soprattutto con l’inquinamento.
E si intitola proprio così, “Tiny people, big problems”, la mostra della fotografa Silvia Massaferro che sarà aperta domani, 18 dicembre, presso la Sala del Mosaico di Palazzo Doria (il Comune) di Loano e resterà visitabile fino al 1° gennaio 2020. Ingresso libero, orari di visita da lunedì a venerdì 7:30-19:30, domenica dalle 15 alle 17.
Di Silvia Massaferro e del suo impegno per l’ambiente abbiamo già diffusamente parlato su Savonanews: lei è infatti la fondatrice del movimento spontaneo #walkforcleanplanet, un gruppo di volontari che, solo attraverso il passaparola e una chat di Whatsapp, si ritrovano per trascorrere una mattinata in compagnia, in amicizia e all’aria aperta ripulendo le spiagge.
L’autrice “si racconta” così: “Se siete di Loano probabilmente mi avrete vista spesso in spiaggia a ripulirla dai rifiuti, mi avrete vista a presentare alcuni eventi e a fare strane foto per la città! Ho una forte passione per la fotografia e per la salvaguardia dell'ambiente, il che mi ha portato inevitabilmente a fondere insieme le due cose. Sono da sempre attiva per iniziative artistiche, sia personali sia quelle che mi vengono sottoposte e alle quali partecipo con entusiasmo. Dal 2018 sono co-founders dell'associazione no profit Ideando, che si profila di promuovere attività artistiche e sociali sul territorio nazionale con particolare riguardo alla Liguria, e dal 2019 sono anche blogger per l'associazione Curvy Pride contro il bullismo ponderale”.
Ed è proprio dall’attività svolta all’inizio da Silvia Massaferro da sola, e successivamente dai volontari di #walkforcleanplanet, che muove i suoi passi questa mostra. L’idea dell’autrice è stata quella non soltanto di rimuovere i rifiuti dalle spiagge, trascinati dal mare, dai fiumi in piena durante il maltempo, la maggior parte delle volte abbandonati dall’incuria di persone poco sensibili all’ambiente, ma di fotografarli.
Ed ecco che gli oggetti più strani, un soldatino di plastica, una vecchia musicassetta, accanto a quelli più consueti, una bottiglia, un sacchetto, assumono un “nuovo volto”; immersi nella natura, con i giochi di luci, di ombre, di colori che il nostro cielo e il nostro mare sanno imporre, diventano creazioni astratte, di arte contemporanea, ma portatrici di un messaggio fin troppo concreto: questo è quello che noi siamo capaci di lasciare in giro, questo è quello che stiamo facendo al nostro mondo.