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Attualità | 09 dicembre 2019, 10:59

Savona, i pensionati scendono in piazza: il 10 dicembre presidio davanti alla Prefettura

I sindacati: "I pensionati sono 16 milioni. Molti dei governi che si sono succeduti nel tempo li hanno semplicemente usati come 'bancomat' dimostrando scarsissima attenzione a richieste ancora oggi senza risposta"

Savona, i pensionati scendono in piazza: il 10 dicembre presidio davanti alla Prefettura

Domani, martedì 10 dicembre, alle ore 10 i pensionati saranno nuovamente in presidio davanti alla Prefettura di Savona per sostenere le loro richieste: una legge nazionale sulla non autosufficienza, un sistema di rivalutazione equo che tuteli il potere di acquisto delle pensioni, l’allargamento della platea dei beneficiari della 14esima, la separazione della previdenza dall’assistenza, il taglio delle tasse anche per i pensionati, un adeguato finanziamento del Servizio Sanitario nazionale, un paniere Istat più rappresentativo dei consumi specifici delle persone anziane.

Dopo le iniziative territoriali e tre manifestazioni nazionali a Roma nel corso del 2019 (9 febbraio, 1° giugno e 16 novembre), la mobilitazione prosegue con presidi davanti a tutte le prefetture del paese (in Liguria dopo Savona si terranno ad Imperia il 13 dicembre ed a Genova e Spezia il 19 dicembre) e davanti al Parlamento con quattro giornate di presidio durante la discussione della legge di Bilancio.

"A questo proposito SPI-CGIL, FNP-CISL e UILP - spiegano in una nota - hanno anche formulato a Governo e Parlamento richieste per emendamenti specifici che riguardano l’avvio della discussione per una legge quadro sulla non autosufficienza (richiesta su cui le OO.SS. stanno anche raccogliendo le firme e che riguarda non solo pensionati e persone anziane ma tutte le famiglie che si trovano a vivere questa condizione), l’allargamento della platea dei beneficiari della 14esima ed il ripristino di un sistema di rivalutazione equo che tuteli il potere di acquisto delle pensioni".

"I pensionati sono 16 milioni, poco meno di un terzo della popolazione totale del paese e continuano nella loro mobilitazione. Molti dei governi che si sono succeduti nel tempo li hanno semplicemente usati come “bancomat” dimostrando scarsissima attenzione a richieste ancora oggi senza risposta". 

"Anche oggi, pur con un diverso atteggiamento da parte dell’attuale Governo almeno dal punto di vista della formale disponibilità alla discussione, si fatica a vedere l’attenzione necessaria per un reale cambio di rotta a fronte di richieste chiarissime e, come nel caso della legge per la non autosufficienza, di portata universale. Solo dalle risposte a queste domande dipenderà la durata della mobilitazione ed il giudizio verso la politica da parte di questa larghissima parte di cittadini" concludono i sindacati. 

Comunicato stampa

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