Lo scorso mese è stata inaugurata, in una cornice di grande e appassionato pubblico, a Palazzo Salmatoris a Cherasco, la mostra “Picasso e la sua eredità nell’arte italiana”.
All’inaugurazione erano presenti il sindaco Carlo Davico, il vicesindaco e assessore alle manifestazioni Claudio Bogetti, la rappresentante delle istituzioni Chiara Gribaudo, deputata del Partito Democratico, e i rappresentanti degli sponsor.
I curatori, Cinzia Tesio e Rino Tacchella, hanno, prima del tradizionale taglio del nastro, presentato i temi portanti della mostra.
L’esposizione, che rimarrà visibile fino al 12 gennaio 2020, propone un intrigante percorso dedicato all’arte di Pablo Picasso (Malaga 1881 – Mougins 1973) e tutti quegli autori che con le loro pitture e sculture, a partire dalla fine degli anni dieci del Novecento, periodo in cui per la prima volta Picasso ha soggiornato in Italia, hanno declinano un linguaggio in qualche modo riconducibile all’opera picassiana.
Di Picasso sono proposti dipinti, sculture in ceramica, disegni e opere grafiche prodotte in diversi momenti espressivi: dagli anni dieci sino agli anni settanta cercando di coprire un arco temporale vasto e variegato dal punto di vista della creatività.
Ogni composizione contiene idee, pensieri e, soprattutto, innovazioni linguistiche ottenute utilizzando mezzi e materiali inediti (spregiudicati), a volte sconvolgenti considerato il periodo. È nel gesto che Picasso imprime i suoi reconditi pensieri, le sue invenzioni, le sue passioni per chi si sofferma a guardare attentamente le sue opere. Durante il soggiorno romano vede le opere e incontra parecchi artisti italiani come Balla, Boccioni, Soffici, Carrà e Depero; ma quello che lo colpisce maggiormente è la vista delle pitture antiche, le sculture classiche e le opere dei geni passati che lo esaltano al punto che ne riproduce alcune.
La medesima esaltazione provano gli artisti italiani dinanzi ai suoi lavori soprattutto quelli cubisti, un linguaggio nuovo e moderno affine al futurismo italiano. Parecchi sono gli autori presentati in mostra che producono opere d’ispirazione chiaramente picassiana in cui il realismo si fonde con un nuovo modo di leggere e interpretare la realtà attribuendo una forte valenza simbolica a ciò che dipingono.
Una seconda parte della rassegna è dedicata all’opera ceramica di Picasso e dell’incontro avvenuto con Tullio di Albisola andato a trovarlo con lo scopo di dimostrare che in Italia, già molti anni prima della sua esperienza con l’argilla, artisti e movimenti artistici di chiara fama come il Secondo Futurismo, Martini, Fontana, Melotti, Scanavino avevano realizzato sculture colorate determinando il passaggio della ceramica da Arte Decorativa a Opera d’Arte, molti anni prima dell’esperienza picassiana a Vallauris.
La mostra si compone di un oltre un centinaio di opere provenienti da collezioni pubbliche e collezioni private italiane ed è corredata da un catalogo che contiene i testi dei curatori e la riproduzione a colori di tutte le opere esposte.
Orari al pubblico:
Da mercoledì a sabato
ore 9.30-12.30 – 14.30-18.30
Festivi
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Fax 0172 427055