Si è tenuto mercoledì 12 novembre al Museo Studio Francesco Messina il convegno sull’artista savonese Nenne Sanguineti Poggi, nel 110° anniversario della nascita. Oltre ai ricercatori del Politecnico di Milano, dell’Università IUAV di Venezia e dell’Università di Sassari è intervenuto il critico Vittorio Sgarbi a favore di una riscoperta dell’artista che ha decorato gli edifici di Asmara e dei capolavori dell’architettura italiana del Novecento in Eritrea. Il critico ha visitato la mostra in un’anteprima riservata.
Grande folla all’inaugurazione di mercoledì 13, alla presenza dell’Ambasciatore dell’Eritrea in Italia, del figlio e dei nipoti dell’artista. La mostra è visitabile fino al 27 novembre presso la Spazio Kryptos di Via Panfilo Castaldi a Milano: esposti dipinti, disegni, litografie e foto delle opere pubbliche.
Dopo le recenti mostre a Philadelphia e a New York, l’arte poliedrica di Nenne Sanguineti Poggi arriva a Milano con un importante convegno e una esposizione dal titolo: “L’Eritrea vista con gli occhi di un’artista.” Nata a Savona nel 1909 in una nobile famiglia di intellettuali e storici (come il nonno paterno Vittorio Poggi etruscologo sovrintendente del Museo Archeologico di Firenze) fu pittrice, mosaicista, ritrattista e disegnatrice talentuosa, ma anche scrittrice e giornalista, inviata speciale dell'ONU. Ma soprattutto sorprendente autrice di mosaici e decorazioni delle più importanti architetture del Novecento in Eritrea e Corno d’Africa.
Chi è stato ad Asmara ha visto monumenti come l’edificio del Barattolo, la chiesa mosaicata di Enda Mariam, la Scuola Agazien, senza sapere che tutte le decorazioni di quelle architetture sono state realizzate da un’artista italiana che si definiva “operaia dell’arte” e che ha saputo confrontarsi con materiali come cemento, tessere in vetro, ceramica e con opere di grande superficie, accettando committenze di considerevole responsabilità e prestigio. Apprezzata dal pubblico americano in alcune recenti mostre a Philadelphia e New York, Nenne Sanguineti Poggi è stata presentata al pubblico italiano nell’ambito di un convegno e una mostra promossi da NSP ART, la fondazione che si occupa della valorizzazione dell’artista, in collaborazione con Qui Arte e l’Associazione Visioni e Punto a capo, l’agenzia che da anni cura l’immagine, la comunicazione e gli eventi espositivi dell’artista.
Il convegno si è tenuto al Museo Studio Francesco Messina, storica location in centro a Milano, dove sono intervenuti relatori da tutta Italia: Laura Callea dall’Università di Sassari, Nelly Cattaneo dal Politecnico di Milano Dipartimento di Architettura e Studi Urbani, Jacopo Galli dall’Università IUAV di Venezia, e poi il figlio e la nipote dell’artista, Vincenzo e Deborah Sanguineti, da Gibuti, Marcello Mezzedimi, nipote del celebre architetto italiano Arturo Mezzedimi che ha realizzato i principali edifici italiani del Novecento di Asmara e poi Ospite d’eccezione e fuori programma il critico Vittorio Sgarbi, che ha voluto testimoniare il suo apprezzamento per Nenne Sanguineti e per tutti quei progettisti e artisti italiani che pur in anni di colonialismo o postcolonialismo hanno concretamente contribuito a un nuova cultura urbanistica, architettonica e artistica in Eritrea.
Dopo la nomina a sito Unesco del 2017 quest’estate il prof. Vittorio Sgarbi è stato una settimana in visita ad Asmara “ho cercato di vedere in maniera intensiva, come è nella mia natura, quella città” - ha detto nel suo intervento al Museo Messina - “e infatti mi sono imbattuto, senza conoscerli, in alcuni edifici ornati da Nenne Sanguineti Poggi, fra i quali voglio ricordare soprattutto la Scuola Agazien e la meravigliosa Chiesa Copta Enda Mariam”
Continua Sgarbi: “Quello che tocca l’animo e il destino di queste persone che hanno avuto il privilegio e il destino di vivere a lungo in Eritrea, di stare ad Asmara, di sentire quell’aria è un rapporto antropologico con l’umanità che è l’opposto di quello che pensano quelli che cercano di cacciare i migranti africani. È una dimensione ancora più intensa di quella degli italiani. È quello che io ho sentito e che anche la Sanguineti ha sentito dopo che Enrico Mania, direttore del quotidiano eritreo, aveva scritto di lei: “Nenne Sanguineti quest’Africa, questa, viva in questa ancestrale sonnolenza, violenta nei suoi risvegli, primitiva nei suoi slanci, l’ha capita, l’ha amata e l’ama. È un amore così profondo da fare male”.
Vincenzo e Deborah Sanguineti, rispettivamente figlio (neuropsichiatra alla Jefferson University di Filadelfia; C.E.O. di NSP ART - L.L.C.) e nipote dell’artista CEO di NSP ART ricordano gli ultimi eventi negli States: “Dopo la mostra di Philadelphia del 2016, l’ultima mostra a New York all’One Art Space è stata l'occasione per saldare collaborazioni con Istituzioni importanti che hanno riconosciuto il valore di questa artista come NOIAW, Wolfsoniana, Rye art Centre, casa italiana Zerilli-Marimo, Politecnico di Milano e Archivio dell’architetto Mezzedimi, architetto con cui Nenne Sanguineti ha realizzato diverse opere”.
Con questi due eventi a Milano – sottolinea Vincenzo Sanguineti - comincia oggi una nuova fase di promozione dell’artista nel suo Paese di origine. Come NSP ART sto infatti valutando tra alcune location in Italia, la sede più adeguata per costituire un museo dedicato alle opere di mia madre e alla eventuale documentazione di archivio dedicata ai temi dell’arte italiana in Asmara”.
Monica Brondi, curatrice della mostra, nel suo intervento al convegno parla di una figura di donna e intellettuale oltre i confini del suo tempo: ”Un’artista talentuosa e sperimentatrice, che ha saputo affrontare sfide colossali, come la decorazione degli edifici più importanti di Asmara. Nella mostra abbiamo voluto mettere in luce la personalità eclettica di Nenne Sanguineti: attraverso dipinti, disegni, ma anche opere pubbliche e la proiezione del film tratto dalla sua brillante autobiografia “Di che colore dipingersi?.
Il diorama luminoso che abbiamo allestito nella mostra simboleggia quest’artista estrosa e multilevel!” Il numeroso pubblico al Convegno di martedì 13 novembre ha apprezzato anche gli interventi di Laura Callea della Facoltà di architettura dell'università di Sassari che ha esposto un approfondimento biografico dell’artista, Nelly Cattaneo del Politecnico di Milano che ha illustrato alcuni dettagli dei mosaici realizzati dell’artista; Jacopo Galli dell’Università Iuav di Venezia che con il prof. Albrecht ha scritto la monografia sull'architetto Mezzedimi che ha messo in luce i rapporti con l'artista.
All’inaugurazione mercoledì 13 presso lo Spazio Kryptos ha preso parte anche l’ambasciatore Eritreo in Italia Fessahazion Pietros. La mostra è promossa da NSP ART (L.L.C.), Franco Parisi, curatore della Galleria e della collezione italiana delle opere di Nenne Sanguineti Poggi (www.nennesanguinetipoggi.com) e Punto a Capo comunicazione che ne ha curato il catalogo e l'immagine, in collaborazione con l’Associazione Visioni, l'Associazione Qui Arte, Galleria d’arte del Cavallo, con il Patrocinio dell’ambasciata Eritrea alle Nazioni Unite, America Italy Society, Politecnico di Milano, IUAV di Venezia, Archivio Mezzedimi, Wolsfoniana, Sagep editore, CIAM. Media Partner: Eritrea Live, Mai Tacli, Aracne tv.