Si arricchisce di un ulteriore capitolo la questione legata alla posa delle nuove antenne, circa una ventina, per la trasmissione del segnale in 5G a Finale Ligure, che nei mesi scorsi aveva sollevato più di qualche perplessità fino a giungere non solo alla formazione di un comitato civico, ma anche alla sala consiliare.
Nello scorso luglio in consiglio comunale erano stati infatti richiesti chiarimenti dalla minoranza sul contratto stipulato dal comune finalese con la INWIT, ditta che avrebbe dovuto installare le nuove antenne. Convocata dunque la Seconda Commissione, quella riguardante gestione del territorio, urbanistica, ecologia e lavori pubblici, ed ascoltato il suo parere, è arrivata la risposta dell'amministrazione comunale.
La giunta Frascherelli ha infatti comunicato l'intenzione di rivedere il contratto in più di una sua componente, quali “nomen iuris, oggetto, scopo del comodato, nonché ulteriori elementi quali prezzo, recesso e riservatezza”, come si legge nella delibera pubblicata nella mattinata di oggi.
“La decisione di rivedere il contratto lascia molte porte aperte, il nostro obbiettivo era ben più netto di quanto ottenuto finora ma ringraziamo l'amministrazione comunale per l'apertura al dialogo e l'interessamento all'argomento dimostrate”. Commenta con cauto ottimismo Clara Lidia Settimo del comitato “Finale senza elettrosmog”, che lo scorso 8 ottobre aveva presentato in Comune una raccolta di 800 firme al fine di bloccare l'installazione degli impianti per la nuova tecnologia.
Spiegano ancora dal comitato: “Non pensiamo sia necessario procedere alla messa in attività di queste strutture che in un primo tempo servirebbero per la telefonia ma che a lungo termine si rivelerebbero propedeutiche all'arrivo del 5G, in quanto aumentando di numero starebbero a significare l'arrivo di una tecnologia che sfrutta alte frequenze e necessita di antenne molto vicine tra loro, come in un sistema DAS, ossia quello per il 5G.
Riteniamo che le connessioni attualmente presenti sul nostro territorio siano sufficienti per una località turistica e balneare, dove crediamo si debba privilegiare la salubrità del luogo e delle persone. Cosa che non avverrebbe in caso di arrivo di queste antenne, come hanno dimostrato alcuni studi, anche recentissimi, e come hanno affermato enti come ANPCI, Codacons e European Consumers”.
Conclude Clara Lidia Settimo: “Rimaniamo fiduciosi dopo questa delibera, mentre continuiamo il nostro impegno per organizzare un convegno dove possano intervenire degli esperti dell'argomento, e ci auguriamo che la giunta possa adottare una visione di futuro molto ampia nel tempo, perseguendo sì l'idea di modernità ma imparando a sfruttare le tecnologie già esistenti”.
Non una vittoria piena dunque da parte dei cittadini contrari a questa nuova tecnologia, ma senz'altro un primo passo nell'affrontare con maggior consapevolezza un argomento delicato e complesso come quello del futuro del nostro pianeta.