13 esponenti del cinema, beni culturali, società, scuola, musica, storia dell'arte, teatro e letteratura e archeologica, ognuno di loro, hanno contribuito alla creazione della scritta "Cultura=Capitale" impressa questa mattina sulla facciata del restaurato ex ospedale San Paolo di Savona.
Renato Allegra, presidente NuovoFilmstudio; Andrea Canziani, architetto Ministero dei Beni e delle Attività Culturali; Don Silvio Delbuono, rettore della Cattedrale di Savona; Giorgio Delgrande, U Turta di Vino e Farinata; il piccolo Francesco Di Donato; Alfonso Gargano, preside Liceo Chiabrera-Martini; Graziano Interbartolo, maestro, restauratore organi storici; Eliana Mattiauda, direttrice musei savonesi; Caterina Mamberto Pennone, fondatrice Galleria d'Arte Sant'Andrea; Alberto Piccoli Pertini, nipote di Sandro Pertini, per mano di Gloria Bovio; Giorgio Scaramuzzino, attore, registra e scrittore; Paolo Schiavi, libraio libreria Moneta; Carlo Varaldo, professore di archeologia medievale e storico, per mano di Emanuele Varaldo: sono i 13 i rappresentanti savonesi.
Un occasione della XV edizione della Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI – Associazione Musei d’Arte Contemporanea Italiani, Dialoghi d’Arte, in collaborazione con la società San Paolo Spa, presenta quindi Cultura = Capitale una performance collettiva come omaggio e affermazione della cultura e della storia savonese.
Quelle stesse mura raccontano la resistenza partigiana in epoca fascista, quando ci furono uomini pronti a rischiare la propria vita per imprimervi parole dense di significato politico e sociale, celebrative dei personaggi di Gramsci e Pertini. Quelle scritte sono ancora lì a testimoniare valori che non si possono dimenticare.
A Pertini libero e Viva Gramsci la nuova proprietà San Paolo Spa e Dialoghi d’Arte aggiungono una scritta che segna l’inizio di un nuovo capitolo di storia e rafforza un concetto fondamentale per la società, quello della memoria. "La performance rappresenta un gesto di riappropriazione collettiva da parte della città di un edificio che molto ha significato e ancora significa per la cittadinanza. Non sono solo i vincoli di tutela a testimoniare il valore storico e culturale dell’edificio per la città di Savona, ma anche i racconti di tutte quelle persone ancora in vita che tra quelle mura sono nate e di molte altre che lì sono state accolte e curate" spiegano da Dialoghi d'Arte.
"Cultura = Capitale è un’equazione tra sapere e patrimonio che vuole invitare a pensare alla conoscenza condivisa da tutti i cittadini come al vero patrimonio di un paese, di una regione, di una città. Il patrimonio culturale di un popolo è un bene comune di straordinaria ricchezza e complessità, che in tutte le sue diverse manifestazioni, deve essere protetto e sostenuto per la crescita civile, sociale ed economica della collettività. Per questo la cultura è il vero capitale di un popolo, la sua identità, la sua vera forza" continuano.
"L’antico Ospedale San Paolo di Savona, i cui lavori di restauro e rifunzionalizzazione sono ormai in fase di completamento, rappresenta un perfetto esempio di come la cultura e la memoria siano un capitale da conoscere e valorizzare. Questo stesso restauro è espressione della cultura come bene comune. Prendersi cura di un edificio attraverso un restauro coraggioso come quello realizzato significa adoperarsi per il bene collettivo, non perdere la memoria del passato, perché guardare il passato è un atto necessario per capire come costruire il nostro futuro. Ed è proprio in questo momento storico, affetto da una crisi collettiva di memoria, che dobbiamo ricordare a noi stessi che il patrimonio culturale è un bene comune, che sia un edificio, una scritta, un valore" concludono.
La performance è un’idea di Dialoghi d’Arte ispirata all’opera Cultura = Capitale dell’artista cileno Alfredo Jaar, realizzata come scritta al neon per la prima volta nel 2012 per la facciata della Biblioteca Nazionale Universitaria in piazza Carlo Alberto a Torino. Per Alfredo Jaar il ruolo dell’arte è strettamente connesso con l’impegno sociale. Attraverso le sue opere Jaar ha sempre focalizzato l’attenzione del pubblico su argomenti politici, economici e vicende umane complesse.
Con i suoi lavori Jaar ha testimoniato il genocidio in Ruanda, le miniere d’oro in Brasile, l’inquinamento tossico in Nigeria e le problematiche relative al confine tra Messico e Stati Uniti, conflitti militari, la corruzione politica e gli squilibri del potere tra paesi industrializzati e in via di sviluppo. Per questo motivo la performance è anche un omaggio all’impegno civile della sua arte.