Ha combattuto la Seconda Guerra Mondiale sul colle del Tenda per poi essere mandato in Albania e successivamente in Jugoslavia. Egidio Alpicrovi, nato l'1 settembre del 1920, 99 anni, è tra gli ultimi alpini superstiti del secondo conflitto mondiale dove ha dovuto affrontare le atrocità e la fame della guerra.
Il decano delle penne nere savonesi, tra i più longevi rimasti in vita, decorato della Croce di Guerra, quest'oggi in occasione dell'inizio del 22° Raduno degli Alpini ha ricevuto la visita nell'Istituto Bagnasco a Savona dove risiede, del sindaco Ilaria Caprioglio, dell'assessore Pietro Santi e del presidente provinciale Ana Emilio Patrone.
A 19 anni, nel 1939 l'alpino Egidio Alpicrovi fu arruolato nel battaglione Ceva e Mondovì ma non partecipò alla campagna di Russia (dove persero la vita due suoi fratelli e risultava disperso anche Natale Alpicrovi, fratello del padre) poichè c'era la possibilità di lavorare in miniera e infatti venne occupato nella torbiera di Cadibona.
Finita la guerra divenne un infermiere professionale fino agli 70, quando poi andò in pensione.
"Ho un ricordo di quando ero bambino di quando mio nonno mi raccontava tutti gli aneddoti e uno mi è rimasto impresso. Doveva attraversare un fiume ghiacciato in Jugoslavia, e imbracciando una mitragliatrice, copriva i suoi compagni che dovevano passare" spiega il nipote, l'avvocato Andrea Alpicrovi che insieme al padre Bruno, ha raccontato tutta la cronistoria del nonno.