Attualità - 04 ottobre 2019, 15:45

I dazi USA preoccupano Coldiretti, il direttore savonese Ciotta: "Presumibili ripercussioni indirette"

Fuori dalla "black list" di Washington i maggiori prodotti liguri, ma è destinata ad aumentare la competitività sugli altri mercati

Importante scossone nei giorni scorsi quello giunto all'economia italiana dall'Organizzazione mondiale del commercio (WTO) che ha dato via libera agli USA per l'applicazione dazi per i prodotti europei dal prossimo 18 ottobre.

7,5 miliardi di dollari, che tradotti in euro significano 6,8 miliardi, l'importo complessivo che andrà a colpire i comparti manufatturieri ed agroalimentari, anche se secondo le prime stime di Coldiretti si potrebbe arrivare ad avere un danno corrispondente a circa mezzo miliardo di euro con la presenza nella “black list” stilata da Washington di prodotti lattiero caseari, insaccati (esclusi i DOP), molluschi, agrumi, succhi e liquori.

Salvi dalla mannaia del governo Trump i prodotti di maggior interesse per la Liguria ed in particolar modo per la provincia di Savona, come l'olio d'oliva ed i vini, graziati insieme ad altri elementi base della dieta mediterranea come la pasta o il sugo di pomodoro, ma le ripercussioni sull'export degli stessi non sono da escludere.

Al cauto ottimismo espresso dal presidente del consiglio Giuseppe Conte, il quale ha dichiarato di essere sì preoccupato del contraccolpo di tali imposte, ma di confidare al tempo stesso del ruolo di alleati che gli Stati Uniti hanno sempre recitato nei confronti del Bel Paese, va infatti unita la preoccupazione di Coldiretti per il contraccolpo che tali imposte porteranno sulle esportazioni di altri Paesi,  pronti a cercare nuovi mercati.

A confermarlo è il direttore della sezione provinciale savonese della confederazione, Antonio Ciotta: “Sembrerebbe che i nostri prodotti agroalimentari non debbano essere coinvolti, ed anche per quanto riguarda il comparto floricolo la provincia di Savona la quantità di materiale esportato negli USA non è molta. In generale però parliamo di un problema molto serio a livello di sistema Paese. Il nostro olio non è coinvolto direttamente ma indirettamente. Faccio due esempi. L'olio spagnolo, colpito dai dazi, non avendo più uno sbocco sul mercato statunitense si riverserà su altri mercati, entrando in concorrenza con quello italiano. Stessa cosa potrebbe avvenire con le bollicine: il prosecco è salvo, ma in altri mercati ci sarà maggior competizione”.

Insomma, un danno economico destinato a colpire in maniera poco visibile e diretta ma altrettanto pericolosamente l'agricoltura e l'economia ligure, per le quali potrebbe configurarsi “una situazione simile a quella che abbiamo vissuto in passato con le sanzioni alla Russia o con gli stessi dazi doganali in Canada”.

Una situazione delicata, della quale per avere chiare le conseguenze servirà attendere qualche tempo. Ma che il direttore di Coldiretti in conclusione affronta con una amara riflessione sulle cause che l'hanno generata: “L'irrigiddimento negli atteggiamenti in ambito mondiale non fa bene a nessuno. La politica sembra riversare sempre più i suoi problemi sul mondo commerciale, come se fosse uno sport, ma la vita commerciale italiana e mondiale sta subendo vincoli che non servono a creare lavoro e occupazione”.

Mattia Pastorino