Riceviamo e pubblichiamo questa lettera inviata dal "Comitato Amici del San Paolo":
Cari amici e sostenitori,
è cosa grave che una fake news lanciata sul data-room della Gabanelli/Corriere, elaborando dati grezzi "2017” del Ministero della Sanità, infici il lavoro di tanti professionisti degli ospedali pubblici italiani e peggio crei il dubbio, eroda la fiducia nella popolazione femminile sulla qualità prevenzione, della diagnosi e della cura del tumore alla mammella. Non è la prima volta che abbiamo stigmatizzato l’enunciazione di sentenze catastrofiche usando indicatori e dati statistici senza che sia stato fatto un confronto preventivo fra chi e con chi lavora sul campo (audit).
A chi ha elaborato i dati avrebbero dovuto creare stupore e incredulità le prime conclusioni che condannavano i migliori nosocomi dell’Italia del Nord per l’uso di mammografi obsoleti per far la diagnosi precoce e un tasso di rioperabilità elevato.
Possibile che si creda a migliaia di dati statistici del Ministero raccolti dalle Asl e dalle Regioni senza una doverosa analisi scientifica? Possibile che lo scoop giornalistico abbia ottenebrato le menti senza consigliare di fare delle verifiche sul campo per accertare se le conclusioni dell’indagine fossero vere o fallaci?
Così va il mondo, ma per chi conosce la materia la diffidenza verso il mondo dell’informazione non può che aumentare. I giornali del Piemonte, della Lombardia, Friuli Venezia Giulia, etc. hanno immediatamente riportato precisazioni, rettifiche, proteste. A livello parlamentare ci saranno interpellanze. Speriamo che l’argomento non diventi terreno di scontro politico cosa che farebbe ulteriormente del male al mondo sanitario aumentando la diffidenza della popolazione.
Nel nostro piccolo abbiamo atteso che le diverse fonti di responsabilità si esprimessero alfine di non invadere il campo istituzionale, che alleghiamo, per non essere ripetitivi.
Il Comitato esprime la massima stima per l’eccellente lavoro del Centro Senologico (BREAST UNIT) del San Paolo diretto dal Dott. Marco Benasso, direttore della Oncologia di tutta l’Asl 2,che dal marzo 2017 ha riorganizzato gli interventi di prevenzione, diagnosi, terapie e riabilitazione secondo i più avanzati protocolli internazionali.
Il lavoro multidisciplinare di infermieri, tecnici radiologici, radiologi, anatomopatologi, chirurghi, oncologi, radioterapisti, psicologi e fisiatri, è coordinato pensando alla donna colpita dal tumore offrendo il massimo dell’assistenza morale e terapeutica fino ai controlli successivi verso la “guarigione”. Un centro che tendendo al miglioramento continuo ha trovato in questi anni il giusto riconoscimento delle pazienti e di enti nazionali. L’anatomia patologica, fulcro della diagnosi, nel presentare ad un alto consesso con i radiologi una relazione sul lavoro della Breast Unit savonese ha avuto una alto riconoscimento nazionale.
La presenza in camera operatoria durante l’intervento dell’anatomo-patologo, che fa diagnosi sul linfonodo sentinella orientando le scelte chirurgiche, è una innovazione fondamentale evitando la conclusione a distanza di giorni della terapia chirurgica. Questa riorganizzazione diretta dal dott. Marco Benasso è stata fortemente sostenuta dalla Regione Liguria, dal Sindaco di Savona e dal consiglio comunale tutto. L’Asl 2 ha il merito aver creato le condizioni per il successo dell’iniziativa, una fra le migliori in Italia.
Siamo i primi a sollevare problematiche sul San Paolo e l'impegno per l'angiografo e il centro ictus di primo livello ne sono la testimonianza. Crediamo che prima di dare notizie interpretabili in modi diversi si debba scongiurare il pericolo di allontanare le persone dalla prevenzione e dalle cure spingendole fuori regione o nel privato.
Il comitato incoraggia le donne savonesi a fare prevenzione sapendo che macchine e specialisti sono al top di quanto si può trovare a livello nazionale. Il comitato ringrazia tutto il personale che con abnegazione e fatica si dedica alla cura delle pazienti.
Il presidente
Giampiero Storti