Economia - 23 luglio 2019, 15:40

Mercatone Uno: presidio dei lavoratori al MiSE. Futuro sempre più incerto per la sede di Villanova d'Albenga

I sindacati sollecitano l'attivazione del Tavolo di Crisi

Oltre 300 lavoratori ex Mercatone Uno provenienti da tutta Italia prenderanno parte domani alle ore 15.00 al presidio organizzato a Roma al ministero dello Sviluppo Economico.

La nuova mobilitazione è stata indetta dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs a tre settimane dall’incontro con i nuovi Commissari Straordinari del Gruppo Mercatone e a pochi giorni dalla pubblicazione del bando per la cessione dei 55 punti vendita avvenuta a mezzo stampa senza~~comunicazione ai sindacati. C’è tempo fino al 31 ottobre per la presentazione delle offerte vincolanti per l’acquisto dell’intero o di parte del perimetro di vendita mentre le operazioni di cessione dovranno chiudersi perentoriamente entro il 31 dicembre 2019.

“Sono cambiati i commissari ma la condotta è rimasta inalterata e ciò è inaccettabile. Si sottovaluta il dramma esistenziale, calpestando la dignità umana” stigmatizzano i sindacati che sottolineano di aver “chiesto trasparenza, comunicazione e coinvolgimento” e ancora che “è poco il tempo a disposizione per ricercare investitori che possano dare garanzia di continuità e di prospettive durature”.

Le tre federazioni rinnovano dunque la richiesta di attivazione al tavolo di crisi istituzionale al sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon ed alle competenti direzioni dei Rapporti di Lavoro e delle Relazioni Industriali e degli Ammortizzatori Sociali, ad oggi senza alcuna risposta,sulle prospettive occupazionali e sull’emergenza reddituale dei 1860 lavoratori coinvolti allo stato percettori di un ammortizzatore sociale ai limiti della sostenibilità e al di sotto del reddito di cittadinanza.

In un volantino unitario diffuso tra i lavoratori i sindacati stigmatizzano i ritardi dell’intervento istituzionale sottolineando che in occasione dell’incontro sono state esplicitate “tutte le evidenti criticità dovute alla retrocessione dei lavoratori in Amministrazione Straordinaria alle condizioni contrattuali individuali che avevano maturato con la cessione a Shernon”.

“Infatti, per salvaguardare i posti di lavoro - spiega la nota congiunta - i lavoratori avevano subito riduzione delle ore, di alcuni istituti contrattuali e di parte delle retribuzioni”. I sindacati hanno sollecitato in più riprese “con insistenza, di avviare un tavolo di confronto costante e trasparente sulle prospettive per i 1860 lavoratori e sullo specifico dell’emergenza reddituale” senza ricevere ad oggi nessuna risposta. “L’emergenza reddituale è già realtà concreta e quotidiana - stigmatizzano i sindacati - molti lavoratori, per effetto della riduzione contrattuale subita, a fronte dell’impegno disatteso da parte di Shernon a garantire l’occupazione, hanno importi di Cassa Integrazione che non superano i 200€”.

~“Per tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori - concludono Filcams, Fisascat, Uiltucs - sarebbe inaccettabile replicare quanto è avvenuto con Shernon anche nel metodo utilizzato nel percorso di aggiudicazione”.




Comunicato stampa