Sabato 20 luglio ore 21 nei Chiostri di Santa Caterina in Finalborgo, la “Genova Vocal Consort – Società dei Concerti” eseguirà la “Petite Messe Solenelle” di Gioachino Rossini nella versione per coro (40), cantanti solisti (4), strumenti musicali aerofoni (8), pianoforte (1). Dirige Pier Luigi Rosso.
L’evento è organizzato dalla Società Filarmonica di Finalborgo nell’ambito dei tradizionali festeggiamenti della Madonna del Carmine protettrice del Borgo.
La rappresentazione è patrocinata dal Comune di Finale Ligure. Ingresso gratuito.
L’opera fu composta nel 1863, non ad uso liturgico, ma per un ambiente più riservato. La prima esecuzione, in forma privata, avvenne a Parigi 14 marzo 1864 nella cappella di famiglia della contessa Louise Pillet-Will. Scritta per dodici cantanti di cui quattro solisti, due pianoforti ed un armonium, fu eseguita solo tre volte durante al vita del Maestro. Dopo la sua morte venne rappresentata una versione strumentale, orchestrata dall’autore stesso, con un grande organico corale. Le esibizioni a Parigi (1869), a Torino, alla Scala di Milano, in Svizzera , Francia, Russia, Germania, Australia fecero assurgere la composizione tra i maggiori capolavori di musica sacra.
Musicalmente strutturata in: Kyrie; Gloria; Credo; Offertorium; Sanctus; O salutaris ostia; Agnus Dei, la composizione oscilla tra la volontà di valorizzare il discorso formale (secondo i moduli classici) e l’esigenza di dare spazio all’emotività (intesa in senso sentimentale e intimistico, o entusiastico e grandioso, o prepotentemente drammatico); da ciò la ricerca da parte dell’interprete di un giusto equilibrio al fine di coinvolgere emotivamente l’ascoltatore. Dinamiche interpersonali (in ultima analisi il vero senso dell’esecuzione musicale) che dovrebbero offrire a chi ascolta, un’occasione di riflessione più che un momento di asettico giudizio critico.
Considerata il testamento spirituale del Grande Maestro, la Petite Messe Solennelle, per l’importanza della componente sentimentale e per la sapiente architettura, si presta perfettamente a tradurre in termini musicali la religiosità cattolica dell’Ottocento.