Negli ultimi anni, si parla molto di cannabis light. Grazie alla Legge 242/2016, che è entrata in vigore nel gennaio dell’anno successivo, il nostro Paese è entrato in una nuova fase per quanto riguarda la visione di tutto quello che ruota attorno alla succitata pianta.
Grazie alla legge sopra ricordata, infatti, ne sono stati autorizzati il consumo e la commercializzazione, a patto di una presenza di THC estremamente limitata. Parliamo di una percentuale pari allo 0,2. Dal momento che raggiungere questo risultato non è facile, il legislatore ha concesso ai produttori una sorta di margine di tolleranza: grazie ad esso, si può parlare di legalità anche quando si ha a che fare con cannabis caratterizzata da una percentuale di THC pari allo 0,6. Data questa doverosa premessa, possiamo aprire una parentesi molto importante, che si può riassumere in una domanda: la cannabis light fa bene alla salute?
La risposta è affermativa. Vediamo, nelle prossime righe, i dettagli in merito e lo facciamo partendo dall’approfondimento delle proprietà dei semi di cannabis.
Semi di canapa: le proprietà
Parlare di cannabis in generale è sbagliato. Bisogna guardare al particolare e, per esempio, considerare i benefici dei semi di canapa. Quando li si nomina, è il caso di ricordare innanzitutto che sono caratterizzati dalla presenza di importanti quantità di proteine nobili. Ciò significa che, assumendoli, si ha la garanzia dell’apporto di tutti gli amminoacidi essenziali.
Entrando ulteriormente nel dettaglio delle proprietà dei semi di canapa, un doveroso cenno deve essere fatto al contenuto vitaminico. Tra le vitamine presenti, troviamo la E, o tocoferolo, uno dei principali antiossidanti presenti in natura.
I semi di canapa sono alimenti a dir poco completi. Proseguendo con l’analisi del loro profilo nutrizionale, troviamo infatti anche diversi minerali, tra i quali troviamo il potassio, nutriente fondamentale per la regolarità pressoria e, di riflesso, per la salute cardiovascolare.
Degni di nota sono anche i lipidi benefici. Nei semi di cannabis troviamo in particolare gli omega 3 e gli omega 6, caratterizzati da una forte efficacia antiossidante.
Alla scoperta del CBD
Secondo molti professionisti che lavorano nel settore - e ovviamente a detta di tantissimi estimatori - quella della cannabis light si può, a ragione, definire come una vera e propria rivoluzione.
Il motivo è da legare alla presenza di CBD o cannabidiolo. Questo principio attivo della pianta è il più famoso dopo il THC. Quando lo si nomina, è fondamentale ricordare che è molto diverso dal THC. Infatti, non provoca effetti psicoattivi. Per essere precisi, li attenua.
Da non dimenticare sono anche diversi benefici concreti. Tra questi, possiamo elencare la capacità di favorire il rilassamento. Il CBD, infatti, è considerato un alleato naturale portentoso contro l’insonnia. Quando lo si chiama in causa, un doveroso cenno deve essere dedicato alla sua capacità antidolorifica. Da anni al centro dell’attenzione scientifica, ha portato all’applicazione del CBD in protocolli finalizzati al controllo del dolore nei pazienti in chemioterapia.
Sono tantissime le persone che si chiedono se il CBD abbia o meno effetti collaterali. La risposta è negativa. Nonostante questo, prima di iniziare ad assumerlo è il caso di chiedere consiglio al proprio medico di fiducia. Inoltre, è opportuno evitare di prenderlo prima di mettersi alla guida.
Se si è alle primissime armi con il mondo della cannabis, una buona idea può essere quella di orientarsi verso l’olio, facile da utilizzare e pratico da portare con sé. Nel momento in cui si comincia ad essere più avvezzi all’utilizzo di prodotti derivati dalla cannabis, ci si può concentrare, per esempio, sui cristalli, contraddistinti da un livello di purezza oggettivamente superiore e versatili nell’impiego.