Dopo la visita del vice premier Luigi Di Maio dello scorso maggio, quest'oggi il segretario nazionale del Partito Democratico Nicola Zingaretti arriva a Vado Ligure allo stabilimento Bombardier per parlare con i lavoratori e le rappresentanze sindacali.
Nell'ultimo incontro al Mise del 6 giugno non è stata offerta nessuna garanzia sugli scarichi di lavoro e una fumata nera per il reparto di ingegneria di cui è stata confermata la cessione.
"Contrariamente agli impegni in precedenza assunti, il Gruppo si è nuovamente presentato al MISE senza un piano industriale in grado di garantire il sito produttivo nella sua interezza. Come detto, per quanto riguarda ingegneria ci è stato ribadito come Segula rappresenti l'unica alternativa alla chiusura dell'attività. Pertanto, nonostante la nostra contrarietà e nonostante la richiesta del Ministero di soprassedere in attesa della definizione del piano industriale, la cessione di ramo d'azienda verrà portata a compimento" speiegavano i tre rappresentanti sindacali Cgil, Andrea Mandraccia FIOM CGIL Savona, Andrea Pasa segretario generale Savona e Salvatore Barone CGIL Nazionale.
"Quanto alla produzione, non c'è ancora alcun dettaglio in merito al carico di lavoro che arriverà dai 14 treni destinati all'alta velocità. La discussione con Hitachi è appena iniziata e durerà almeno 3/4 settimane mentre i tempi per l'individuazione del partner industriale che dovrà rilanciare le attività produttive del sito si allungano addirittura a 2/3 mesi. Ci è stato detto che, data l'estrema riservatezza dei contatti con diverse realtà del ferroviario, non possono essere forniti dettagli neppure circa le caratteristiche dei soggetti in questione, motivo per cui Bombardier non ha escluso una trattativa con aziende assolutamente inadatte a fare una produzione industriale all'altezza del sito di Vado. Nessun impegno neanche circa carichi di lavoro che potrebbero arrivare dalla produzione di locomotive DC3 destinate al mercato estero, impegno che il Gruppo si era precedentemente assunto in altri incontri ministeriale e che oggi viene rimandata alla definizione della partnership industriale. Un quadro insomma in parte negativo ed in parte di pesantissima incertezza assolutamente incompatibile con l'assicurazione di Bombardier di voler salvaguardare il sito".
"Proteggere l'Italia, difenderla - le parole di Zingaretti a margine della visita - proteggere i lavoratori, le aziende o gli imprenditori significa non fare spot o comizi o demagogia, ma significa avere un piano industriale per l'Italia di sviluppo che oggi non c'è. Noi non siamo in presenza di politiche industriali, non siamo in presenza di politiche di investimento sulla ricerca e l'innovazione, e purtroppo anche tante eccellenze soffrono perché ci sono sistemi più competitivi a livello nazionale che non quello italiano. Il PD vuole costruire con gli imprenditori, con gli operai, con i lavoratori, questo piano per l'Italia perché siamo la settima potenza industriale del pianeta, abbiamo delle tecnologie, delle esperienze, una forza lavoro altamente qualificata: però bisogna voltare pagina, bisogna finalmente ricostruire una prospettiva per chi può stare anche nella competizione del futuro. È questo il senso dell'altro giorno in Campania oggi qua in Liguria, difendere questo nostro paese ascoltando che produce, chi soffre e costruire per la politica maggiore coerenza".
Infine anche una battuta sulla rivoluzione nel centrodestra guidata dal governatore ligure Giovanni Toti: "Se lo considero un avversario o un interlocutore? Sentendo lui più un avversario, ma tutti gli avversari sono interlocutori - ha scherzato il leader Pd, concludendo poi - sicuramente sarà un avversario".
All'incontro erano presenti la senatrice, ex ministro Roberta Pinotti, il deputato Franco Vazio, la deputata Raffaella Paita, l'europarlamentare Brando Benifei, il sindaco di Vado Monica Giuliano e quello di Bergeggi Roberto Arboscello, il segretario del PD regionale Vito Vattuone e del PD Savona Giacomo Vigliercio oltre alla consigliere comunale Barbara Pasquali.