Attualità - 10 giugno 2019, 19:30

Savona, l'importanza del terziario secondo Confcommercio, presidente Toti: "Lavoriamo per uno sportello unico"

Il Governatore Ligure è intervenuto questo pomeriggio all'incontro organizzato da Confcommercio Savona incentrato proprio sull'importanza del settore, alla presenza di diversi amministratori del territorio.

Uno sportello unico che si interfacci con i comuni del territorio. Questo l'obiettivo del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti ad un anno dalla fine del suo del mandato per provare a rilanciare il terziario.

Il Governatore Ligure è intervenuto questo pomeriggio all'incontro organizzato da Confcommercio Savona incentrato proprio sull'importanza del settore, alla presenza di diversi amministratori del territorio.

"Bisogna riconoscere quanto vale questo settore nel territorio, siamo il terziario ma non siamo secondi a nessuno. Dobbiamo crescere non abbiamo paura, il turismo, il commercio, vogliono solo fare il loro lavoro" dice nella sua analisi il presidente di Confcommercio Savona Vincenzo Bertino.

"I consumi sono sempre forti, abbiamo grande potenzialità di ripresa, una costa bellissima, l'entroterra. Crediamo di essere importanti e vogliamo considerazione. Abbiamo tutte le caratteristiche per poterci credere" ha continuato Bertino.

"I numeri che abbiamo visto oggi ci dicono che il commercio è in sofferenza e lo sappiamo, con l'assessore Benveduti abbiamo varato un bando di 8 milioni di euro di soldi pubblici con un moltiplicatore bancario molto alto per aiutare le imprese a ristrutturare i propri negozi e anche per quelle esigenze di liquidità e cassa che servono. Occorre fare un lavoro ovviamente sul territorio e sulle infrastrutture per rendere qualificati i centri urbani e stiamo lavorando anche a dare una semplificazione amministrativa e burocratica ulteriore soprattutto alle aziende che vogliono insediare nuove attività produttive sul nostro territorio" spiega il Governatore della Regione.

"Dobbiamo continuare a alimentare la ripresa che c'è nel paese, fare sinergia con il terziario, le crociere, il turismo, il commercio di qualità, la regia pubblica è evidente che sia necessario insieme alla fiducia delle imprese" conclude Toti.

I dati:

La provincia di Savona mostra una forte terziarizzazione delle attività d’impresa (76% delle 26.608 imprese iscritte alla Camera di Commercio al 31.12.2017). Un processo che si è andato progressivamente consolidando nell’ultimo decennio e che vedeva nel 2007 un tasso d’imprese del settore terziario del 70%. Al 31.12.2017 la componente commercio pesava un 23% e quella dei servizi un 37% delle imprese totali. Solo i servizi, però, hanno fatto registrare un aumento del numero d’imprese dal 2007 al 2017 dell’11,3%, mentre tutti gli altri settori, compreso il commercio, hanno subito una contrazione in alcuni casi fortemente negativa.

Sempre nel periodo 2007-2017, un arco di tempo significativo a cavallo delle due fasi di crisi economica nel nostro Paese, all’interno del settore terziario vi sono alcuni comparti che hanno fatto registrare un aumento significativo del numero d’imprese, come i servizi di alloggio e ristorazione (+18%), i servizi d’informazione e comunicazione (+90%), i servizi alle imprese (+43%), l’istruzione (+90%), la sanità ed assistenza sociale (+11%), le attività professionali (+26%).

Al contrario, altri comparti hanno fatto registrare un decremento a due cifre, come il commercio (-12%) ed i servizi di trasporto e magazzinaggio (-26%). In buona sostanza abbiamo assistito in questo periodo nel terziario savonese ad una contrazione del comparto commercio e ad un’espansione di quello dei servizi. Il ponente della provincia di Savona è il territorio con il maggior numero di imprese del commercio (48%) e dei servizi (44%); seguono, per entrambi i comparti, la città di Savona, l’area del savonese e la Val Bormida.

Il terziario savonese è un sistema caratterizzato da un tessuto di microimprese (8,6 dipendenti di media) - con un fatturato annuale inferiore ai 100.000€ (52%), ma che nel 25% dei casi ha registrato un aumento rispetto all’anno precedente - costituite prevalentemente in forma di ditta individuale e da più di 15 anni (63%) e con una forte presenza di collaboratori familiari (30%). Poi, vi è da segnalare anche un 19% d’imprese oltre il milione di euro di fatturato annuo.

In termini occupazionali il terziario di mercato della provincia di Savona rappresenta il 77,9% (di cui 47,5 servizi e 30,4% commercio) di tutta l’occupazione (110.000 unità nel 2017) ed ha visto un aumento del 2,4% nel periodo 2007-2017 con un +13,8% riferito ai soli comparti del commercio e del turismo.

Negli altri settori, invece, l’occupazione nel periodo è diminuita (industria -12% ed agricoltura -25%). Il personale dipendente delle imprese del terziario savonese – che rappresenta un 77,6% dei dipendenti della provincia, che nel 2018 è in buona parte (65%) rimasto stabile rispetto all’anno precedente e che per il 2019 consolida la stabilità (88% dei casi) - è sostanzialmente italiano (95%), contrattualizzato prevalentemente a tempo indeterminato (81%) e con orario di lavoro full-time nel 57% dei casi. Il settore mostra una forte incidenza di occupazione femminile (61%) anche se, come per l’intera regione, vi è un forte uso del part-time in questa componente di genere. Più della metà delle imprese hanno difficoltà a reperire il personale (54%) a causa soprattutto della mancata esperienza o formazione specifica dei candidati e ricercano la loro forza lavoro ancora attraverso la forma della conoscenza diretta o del passa-parola.

Centri per l’impiego, mondo della rappresentanza e dell’istruzione e nuove forme di networking non sembrano incidere particolarmente in questo processo di selezione. Vi è una forte propensione delle imprese del terziario savonese alla formazione del personale (67% delle imprese), ritenendola utile (89%) e proficua per la coesione del personale (58%). Fra i fabbisogni formativi emergono le tematiche legate alle nuove tecnologie digitali applicate al marketing ed alla conoscenza del contesto lavorativo, mentre la modalità preferita è ancora quella di aula con una stima prevalente di 20-30 ore l’anno da dedicare all’attività formativa. Pur con una forte consapevolezza dell’importanza della formazione continua, purtroppo ben il 78% delle imprese non aderisce ad un Fondo Interprofessionale di Formazione Continua in ragione principale della loro non conoscenza (48%). Più della metà delle imprese (55%) non aderisce all’Ente Bilaterale di categoria del settore, ma ben il 68% aderisce ad un’associazione imprenditoriale di categoria.

I clienti delle imprese del terziario savonese sono prevalentemente privati (74%), di cui il 52% donne e di età prevalente fra i 25 e 50 anni (60%). Sono sostanzialmente italiani, anche se vi è un piccolo tasso d’internazionalizzazione della clientela sia per le imprese (5%) che per i privati (6%). Il 71% delle imprese ha fatto investimenti innovati negli ultimi tre anni, giudicandoli positivi in termini di benefici diretti (71%) ed ottenendo finanziamenti agevolati/contributi per la loro realizzazione (81%). Più della metà delle imprese (56%) ha fatto ricorso al credito bancario, il 75% non ha avuto difficoltà ed il 60% conosce i consorzi di garanzia. Sotto il profilo dell’informazione aziendale poco più della meta delle imprese non consulta i siti regionali e locali (Regione, Camera di Commercio, INPS, etc.) e la cosa peggiora quando si tratta dei siti nazionali (MISE, ICE, etc.) arrivando fino ad un 90% d’imprese non consultanti.

Le imprese però utilizzano l’home banking (80%), hanno un sito internet nel 65% dei casi, ma acquistano di più servizi e prodotti dai fornitori attraverso l’e-commerce (29%) che vendono i loro prodotti e servizi sempre attraverso questa modalità (18%). Le imprese del terziario in provincia di Savona sono più ottimiste che pessimiste riguardo il loro futuro. Se circa la metà (48%) fra tre anni si vede nella stessa situazione di ora, vi è un 36% che si vede in modo più positivo: o fuori della crisi (13%) o in espansione (23%).

Possiamo dire che il settore del terziario vede il “bicchiere mezzo pieno” rispetto alle possibilità di una ripresa. Infine, l’abbassamento delle tasse (come per esempio la flat tax) è lo strumento che le imprese considerano di gran lunga il più importante (64% dei casi) per il buon andamento aziendale. La leva fiscale si conferma, quindi, un efficace strumento strategico nel rapporto Stato-imprese in questo contesto territoriale.

Luciano Parodi